Il primo quotidiano sulla GDO
Aggiornato al 16 Settembre 2024 - ore 00:00
Sul segno meno ha pesato il calo tariffario dei servizi di Telecomunicazione (-9,2%), che però ha favorito i consumatori. Per la prima volta dopo anni di discesa riprende a crescere anche la domanda di Pc segnando un +6,5% (in unità).
In Italia, secondo i dati Ismea-Gfk-Eurisko,nei primi sette mesi del 2014 si è registrata una ulteriore contrazione dei consumi alimentari.
Dalla consumer survey di Nomisma emerge che in nemmeno un decennio il valore del bio è cresciuto del 220% e 6 milioni di famiglie fanno pane, pizza, marmellate e conserve a casa.
Il mercato italiano dei TCG chiude in rosso anche il secondo trimestre del 2014: con un fatturato pari a 3,99 miliardi di € registra un trend, rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, nell’ordine del -4,9%.
Continua la conclamata erosione negli acquisti al dettaglio registrati dall’Osservatorio Macfrut-GfK: -2,5% a volume e -6,0% a valore per l’intero settore.
Anche i primi sei mesi dell’’anno confermano il trend negativo dei consumi alimentari da parte delle famiglie italiane.
Secondo quanto comunicato da Assocalzaturifici, i primi mesi dell’anno hanno registrato una flessione nel mercato nazionale delle calzature.
A un mese e mezzo dall’avvio della campagna di commercializzazione della frutta estiva, la congiuntura sta evidenziando un quadro forte di difficoltà per i produttori italiani.
Il mercato degli investimenti pubblicitari a maggio chiude a -5,5% rispetto allo stesso mese del 2013, facendo registrare una riduzione tendenziale del -3,9%.
Sul fronte della fiducia, a giugno, l’Osservatorio Findomestic, rileva il dato alto registrato negli ultimi due anni: l’indicatore tocca quota 3,85 punti, contro i 3,48 del mese precedente.
A fare la parte del leone nel 2013 è l’extravergine con 69.730 tonnellate (73,5 degli oli venduti), seguito dall’olio di oliva (22,5), ed il 2,3% per la sansa.
L’Italia, con 20,8 milioni di ettolitri, si conferma primo paese produttore al mondo di vino in export, seguito dalla Spagna (18,1 milioni), Francia (14,8 milioni).
Il settore ha continuato a mostrare una notevole debolezza legato alla stagnazione dei consumi e alla scarsa fiducia delle famiglie nel futuro.
Prosegue a doppia cifra il valore del venduto dei prodotti del commercio equo certificato raggiungendo quota 76mln di euro.