Le quotazioni alla prima fase di scambio hanno accusato in Italia e in altre piazze europee diffusi cedimenti, conseguenti a fenomeni di sovrapposizione di offerta, anche con merce estera (soprattutto greca e spagnola), rendendo particolarmente difficile il collocamento sul mercato interno. A ciò deve aggiungersi anche il clima fresco delle ultime settimane, che di certo non ha incoraggiato i consumi di frutta estiva, e le ripetute precipitazioni che hanno inciso sul profilo qualitativo del prodotto e sulla sua conservabilità.
La scorsa settimana, in base alle rilevazioni Ismea, i prezzi all'origine delle pesche si sono attestati mediamente sui 43 centesimi al chilo, perdendo oltre il 34% rispetto allo stesso periodo del 2013 e più del 12% sul triennio 2011-2013. Ribassi che si stanno trasmettendo seppure con intensità via via più contenuta alle successive fasi della filiera.