In OMIA, la marca ecobio più amata e venduta in Italia, la qualità ripaga.
Controllare le materie prime, testare i prodotti, prevenire i difetti di produzione, minimizzare i costi di disservizio, spostare il focus dalla gestione delle non conformità alla prevenzione delle medesime: le certificazioni sono uno strumento di costante perfezionamento per aumentare la competitività dell’impresa in tutti i livelli dell’organizzazione.
Gianluca Angioletti, CEO di OMIA EcoBio Cosmetics, ci racconta la visione aziendale della qualità: “Ogni certificazione con cui lavoriamo è una guida verso il miglioramento. Apriamo la nostra azienda tutti i mesi ad auditor esterni che ci supportano in questo percorso. Sin dal 2000 l’azienda e lo stabilimento di produzione sono certificati ISO 9001, perimetro normativo entro il quale gestiamo la qualità dei nostri processi aziendali. Successivamente abbiamo certificato gli obiettivi di diminuzione dell’impatto ambientale delle nostre attività con la certificazione ISO 14001e gli specifici processi di produzione dei cosmetici con la 22716 che attiene al GMP (Good Manifacturing Practices) per il settore cosmetico. In OMIA il confronto significa crescita e arricchimento: nel 2014 e nel 2015 abbiamo sottoposto ad approvazione da parte dei Dermatologi e Cosmetologi AIDECO rispettivamente le linee EcoBio Sun e EcoBio Visage. L’endorsement è stato dato dopo una revisione attenta dei documenti tecnici relativi ai prodotti, un controllo dei nostri processi di produzione e della veridicità delle informazioni trasmesse al consumatore”.
In OMIA la qualità certificata oltre ad essere una componente rilevante e trasversale a livello organizzativo, rappresenta anche un importante elemento di valutazione da parte del consumatore al momento dell’acquisto.
Per questo il management ha da sempre scelto una comunicazione chiara in etichetta che informa sulle certificazioni e sui controlli effettuati dall’azienda: la certificazione ICEA eco bio cosmesi; i test al nichel, cromo e cobalto per evitare le più comuni reazioni allegriche; l’adesione allo standard Internazionale Cruelty Free in partnership con la LAV (Lega Anti Vivisezione) e, dal 2017, la certificazione Vegan Society.