La carne di agnello irlandese è sicuramente un prodotto che
si distingue dagli altri per diverse ragioni, innanzitutto il metodo di
allevamento che, ancora oggi, applica le pratiche tradizionali, le stesse
utilizzate per centinaia di anni.
Nell’Isola di Smeraldo ci sono circa 34.000 allevatori di ovini
e oltre 2.5 milioni di capi da riproduzione.
Ognuno di questi allevamenti, a conduzione familiare, ha un gregge medio di poco più di 100 animali e ciò permette agli allevatori di prestare loro molta attenzione durante tutto l'anno. Il periodo principale per la produzione di carne d’agnello in Irlanda va da maggio a settembre, ma le diverse tipologie di quest’ultimo consentono di creare un ciclo continuo durante tutto l’anno.
L'Irlanda è uno dei principali produttori di carne d’agnello in Europa, riuscendo a soddisfare sia il fabbisogno interno che quello di altri paesi: nel 2020, infatti, il Paese ha esportato 75.000 tonnellate di carne ovina per un valore di 364 milioni di euro. L’export è cresciuto costantemente con due terzi della produzione esportata ogni anno.
Anche in Italia l’agnello irlandese è particolarmente apprezzato (tra i paesi europei ci posizioniamo prima di Germania e Svezia, per esempio) soprattutto dalla fascia d’età 35-54 che dichiara di acquistarla mediamente una volta al mese[1].
Un’altra ragione che rende questa carne così speciale è il clima:
i terreni fertili d'Irlanda, la diversità dei paesaggi e il clima temperato
contribuiscono a rendere verdi e rigogliosi i prati su cui pascolano gli
agnelli. Le abbondanti precipitazioni forniscono una lunga stagione di crescita
dell'erba - più lunga che in qualsiasi altra parte d'Europa - e ciò fa sì che
nelle zone collinari si creino ricchi ecosistemi in grado di sostenere sistemi
di allevamento tradizionali.
Il risultato di queste pratiche si ritrova nella varietà
dei prodotti disponibili, dall’agnello da latte a quello Pasquale e da quello
di stagione a quello di collina, ognuno dei quali con un gusto unico e
inconfondibile.
Nella regione del Connemara – una zona selvaggia situata nella
parte occidentale del paese – e più precisamente sulle colline delle Contee di
Mayo, Donegal e Kerry, vengono allevati i cosiddetti hill lambs
(o agnelli di collina), una specie autoctona molto importante anche per il
mantenimento della flora e fauna locali: attraverso la loro dieta fatta di erbe
selvatiche, carici, eriche e fiori di montagna, mantengono l’equilibrio
ambientale. Questo fa sì che gli animali siano leggermente più piccoli
rispetto agli agnelli irlandesi tradizionali, con una carne dal gusto più
caratteristico, merito delle erbe di cui si cibano e dell'influenza
salina proveniente dall'Oceano Atlantico.
Bord Bia, l’ente governativo che si occupa
della promozione del food & beverage irlandese, ha di recente lanciato,
come per la carne di manzo, un protocollo per analizzare l’impronta di carbonio
negli allevamenti di pecore che sarà calcolata usando i dati forniti dagli
allevatori attraverso un innovativo sondaggio sulla sostenibilità.
Quest’ultimo è in fase di sperimentazione su un piccolo numero di aziende
agricole per poi diventare, in futuro, un requisito per tutti gli allevatori
che si sottopongono a un audit del Quality Assurance Scheme (QAS), il programma
di qualità assicurata che stabilisce requisiti e condizioni precise negli
allevamenti e lungo tutta la filiera produttiva.
Scopri di più: www.irishbeef.it
[1] Fonte: Thinking House - EU Shopper Insights Lamb Purchase Behaviour