Nel 1948, in una Treviso da ricostruire, i sei fratelli Goppion rilevano una piccola torrefazione in centro. L’attività diventa poi una piccola azienda e, dal 1968, un’industria. Con attenzione artigianale, in 30 paesi nel mondo i clienti sono seguiti da vicino con un servizio qualità volto soprattutto alla formazione. Abbiamo chiesto a Paola Goppion, responsabile comunicazione e marketing, di parlarci del loro caffè Nativo, certificato Fairtrade.
Goppion è stata una delle prime aziende italiane a scegliere la certificazione Fairtrade per un suo caffè. Perché?
Per un caso imprevedibile e fortunato. Alla fine degli anni ’80 ci chiesero di lavorare a un caffè da agricoltura biologica con certificazione etica, un progetto pilota in Italia nella distribuzione del caffè. Il commercio equo e solidale stava decollando a livello nazionale. Da questa esperienza nacque Nativo, certificato Fairtrade, che nel 1999 per le caratteristiche del prodotto, la certificazione, il nuovo approccio al mercato e modo di fare comunicazione vinse il Grand Prix Identity per l’innovazione e l’Art Directors Club Design.
Da allora com’è cambiato il rapporto con i cafficoltori?
Negli anni le organizzazioni dei cafficoltori del sistema Fairtrade sono cresciute molto, sia in qualità che in quantità. Oggi sono in grado di rispondere alle richieste di un mercato sempre più esigente: i torrefattori viaggiano alla ricerca di caffè specialty; baristi preparati fanno del buon caffè un’esperienza; i consumatori spingono nella direzione di una produzione sempre più rispettosa delle regole e della dignità dei cafficoltori.
Ritiene che l'attuale prezzo del caffè al consumatore sia adeguato alle sfide poste dalla coltivazione di questa pianta?
Dipende naturalmente dal tipo di caffè. Come per qualsiasi prodotto alimentare, un caffè buono costa in origine: costa produrlo, ed è giusto che i cafficoltori guadagnino abbastanza non solo per vivere, ma anche per investire e migliorare la qualità della produzione.
In copertina: Paola Goppion
In gallery: Vivaio della cooperativa Coagricsal, Honduras © Hawkey / Fairtrade e il Marchio di certificazione FAIRTRADE