L’impresa Bergader ha consacrato la popolarità del marchio a
partire dagli anni Venti con il formaggio Bergader Edelpilz, ancora oggi molto richiesto nella GDO e nel
food service.
Dopo essersi espansa anche all’estero, oltre che in Italia,
amplia la sua offerta con i formaggi da taglio, un formaggio a pasta molle, il Cremosissimo,
e le fettine Almkäse affumicate, classiche e saporite. Bergader, già
marchio di riferimento internazionale nel settore dei formaggi erborinati, ha
ottenuto un fatturato di 20 milioni e 4.000 tonnellate di prodotto nel
2018.
Bergader sta vivendo una fase di rinnovamento nel 2019, rivolta al passaggio da un orientamento ai
volumi ad un orientamento valoriale, legato
sia alla genuinità del prodotto e, quindi, dell’ambiente dove nascono i
formaggi Bergader, sia all’artigianalità della
loro lavorazione.
A supporto di tale obiettivo aziendale sono state intraprese
importanti iniziative di comunicazione:
- una strategia promozionale di attività in-store, cioè degli
assaggi di novità nei principali ipermercati, gestite da in-store manager;
- la campagna pubblicitaria sulle reti Cairo e le campagne sulla
stampa trade;
- l’esperimento nel 2019 del reality show "Vado a vivere in
montagna", l’innovativa food comedy in onda su La7D, in collaborazione con
Cairo Editore.
Dal punto di vista gestionale e operativo, invece, il caseificio ha
deciso di combinare la produzione manuale con quella tecnologica: tutti i macchinari sono pensati e costruiti per replicare la
lavorazione a mano e alcune importanti fasi della lavorazione sono
comunque eseguite dai mastri casari.
Un’azienda che dipende dalla natura, come Bergader, sostiene con
azioni concrete il tema della “sostenibilità”,
certificate da una dichiarazione ambientale, che viene integrata in una
relazione sulla sostenibilità effettuata annualmente da un perito indipendente.
Infine,
volendo includere nel proprio target di mercato sia un pubblico con
intolleranza al lattosio sia uno con preferenze vegetariane, Bergader effettua,
per i primi, dei processi di produzione di formaggi naturalmente privi di
lattosio (ad esclusione dell‘Edelpilz) e, per i secondi, un graduale
percorso verso l’utilizzo del caglio microbico invece di quello animale, come
con il Cremosissimo, che nel 2019 ha cambiato ricetta.