di Luca Salomone

L’Antitrust, nel 'Bollettino' del 26 agosto, ha detto un sì – decisivo e definitivo - all’acquisto, da parte della Sgr irlandese Iq-Eq, per il tramite del fondo Rsct (Responsible & sustainable corporate turnaround fund) del 75% di Pittarosso, marchio finora totalmente in capo all’inglese Lion Capital, che, come chiarisce la stessa authority, manterrà una quota del 25 per cento, senza diritti di governance.

Sovrapposizioni non rilevanti

Per meglio dire Lion, subentrata a dicembre 2014 a 21 Investimenti (gruppo Benetton) con un 'assegno' da 300 milioni di euro, avrà un quarto di una compagnia di nuova creazione che fungerà da traghettatrice.

In seguito, dopo la ricapitalizzazione di Pittarosso, Iq-Eq, rileverà anche la quota inglese. I tempi non dovrebbero essere lunghi, visto la catena ha già iniziato da parecchio, sotto l’egida di Pillarstone, un percorso di risanamento coronato, a inizio giugno, dall’omologa del concordato da parte del Tribunale di Padova.

Perché raccontiamo questo? Perché, nonostante il via libera, il retailer, che conta (dati Agcm) 157 punti vendita in Italia e 8 oltre confine (7 in Croazia e uno in Slovenia) ha subito una piccola tirata di capelli, in realtà senza conseguenze e senza l’avvio di un’istruttoria.

Il rilievo dell’Autorità concerne 5 isocrone - che per motivi di riservatezza non sono citate -, dove la somma fra i negozi di Pittarosso e Scarpe&Scarpe creano alcune ‘sovrapposizioni orizzontali’, con una quota combinata che supera il 25 per cento. E Scarpe&Scarpe, si sa, è una parente molto prossima, dal momento che è anch’essa controllata (in via indiretta) da Rtsc fund, a sua volta riconducibile a Pillarstone.

Torniamo al testo Agcm: “In considerazione del fatto che le sovrapposizioni più rilevanti si verificano all’interno di mercati interessati circoscritti, che le quote complessive post-merger restano comunque inferiori al 30-35% (il canale online è escluso dalla somma) in un ambito di settore popolato da concorrenti in grado di condizionare l’entità che verrà a formarsi dopo la fusione, la concentrazione non appare idonea a ostacolare in misura significativa la competizione distributiva al dettaglio delle calzature e a determinare la costituzione, o il rafforzamento, di una posizione dominante”.

Se è vero che, in termini giornalistici, un semaforo verde fa sempre meno notizia di uno rosso – il quale porta a un susseguirsi di vicende – è interessante notare che, quasi per la prima volta, si parla in modo tanto esplicito di fusione, andando ben oltre le parole dei diretti interessati.

Di nuovo a Viterbo....con riassunzioni

Pittarosso, 157 punti vendita nazionali, come detto, intanto cresce. Il 29 agosto il marchio è tornato a Viterbo, con la riapertura di un negozio ubicato lungo la Strada Cassia Nord.

“Si tratta – recita una nota - di un momento significativo: l’insegna, che aveva chiuso più di anno fa, per cause non dipendenti dalla sua volontà, torna a essere protagonista della vita commerciale della zona e riassume i dipendenti che operavano nel precedente sito”.

Altri Pdv, sempre durante l’anno, sono sbarcati, citando un po’ alla rinfusa, a Marsala (Trapani), nel Centro Commerciale Chivasso (vicino a Torino), a Taranto…

Scarpe&Scarpe, dal canto suo, dichiara 135 punti vendita e, come la catena sorella, opera in modo capillare sul territorio della nostra Penisola. Entrambe vantano, infine, siti e-commerce molto robusti.

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