Tra i media più dinamici Internet che si conferma il più brillante con una crescita a due cifre (17,8%) e una raccolta pubblicitaria che ha superato i 200 milioni di euro (contro i 170 circa dello scorso anno), seguito dalla radio (13,3%). Media-editoria (+60,4%), telecomunicazioni (+14,9%) e automobili (+ 27,4%) trainano la crescita di Internet; anche sulla radio il settore più importante rimane quello delle automobili che ha generato il 24,4% degli investimenti complessivi sul mezzo, mentre gli aumenti più rilevanti sono stati fatti registrare da telecomunicazioni (+34,9%) e distribuzione (+37,2%).
In crescita, ma più contenuta, anche la tv - sia per ciò che riguarda i canali generalisti che quelli satellitari (in particolare i brand Sky e Fox) - con un +7,7% e una raccolta pubblicitaria che sfiora i 3 miliardi di euro. I settori merceologici che hanno maggiormente investito in advertising sono quelli degli elettrodomestici (+35,3%), dell’abbigliamento (+29,1%) e della distribuzione (+25,1%).
Meno bene la stampa che non riesce ancora a intercettare la ripresa del mercato pubblicitario e che ha visto crescere solo i quotidiani (+3,8% la commerciale nazionale nei primi sette mesi), mentre i periodici (-9,3%) e la free press (-10,9%) sono ancora in calo rispetto al 2009.
Buone notizie invece dagli altri mezzi rilevati, in particolare l’affissione (+9,2%) e il direct mail (+4,9%), mentre più contenuta è stata la crescita per cinema (+2,1%), card (+0,1%) e transit (+1,7%).
Fino a luglio Nielsen ha rilevato 15.769 aziende inserzioniste, oltre 100 in più rispetto all’anno precedente. Grazie agli investimenti di 2.503 aziende, Internet è stato il mezzo con l’aumento più rilevante di inserzionisti (+24,0%). Anche la tv ha beneficiato di un forte aumento di spender (+11,0%), soprattutto sulle emittenti che hanno trasmesso i mondiali di calcio tra giugno e luglio.
Per quanto riguarda la stampa anche nel caso del numero di advertiser si rileva una forte divergenza tra quotidiani a pagamento da una parte (+6,2%) e periodici e free press dall’altra (rispettivamente -5,9% e -2,5%).