Di Federica Bartoli

Citterio, storica azienda di salumi con sede a Rho nei pressi di Milano, nel 2022 ha raggiunto come gruppo i 570 milioni di euro di fatturato (che per due terzi viene sviluppato all’estero), con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Per la family company da 6 generazioni si tratta di un importante traguardo, con una crescita a doppia cifra, ottenuto nonostante le difficoltà riscontrate a causa degli aumenti dei prezzi delle materie prime e del costo dell’energia, causati dalla guerra russo-ucraina.

Presente in più di 50 Paesi al mondo, Citterio si conferma anche nel 2022 una tra le aziende leader di mercato negli affettati confezionati a peso fisso grazie soprattutto al lavoro svolto dagli oltre 1200 dipendenti presenti all’interno dei nove stabilimenti dislocati in cinque regioni d’Italia, oltre ad altri due presenti a Freeland in Pennsylvania.

Nel 2022, inoltre, la società ha investito 35 milioni in innovazione, ovvero il 6,5% dell’intero fatturato. Una parte significativa di questi investimenti è stata destinata agli Stati Uniti, in particolare all’ampliamento della capacità produttiva degli stabilimenti, rendendo più efficienti e flessibili i processi di produzione per rispondere al meglio alle esigenze del consumatore americano.

Nel corso del 2022, Citterio ha anche investito In Italia in particolare nei propri prosciuttifici, principalmente di produzione Dop e nei propri salumifici al fine di aumentare la capacità produttiva degli stabilimenti garantendo allo stesso tempo un’elevata qualità dei prodotti.

Già negli anni ’50, l’azienda si è dotata di un laboratorio interno di analisi chimiche e microbiologiche che permette di monitorare costantemente la qualità di materie prime e ambienti ed introdurre sul mercato prodotti sempre nuovi, in linea con le esigenze del consumatore. Nel 1958, inoltre, ha avuto inizio la produzione di affettati sottovuoto.

“L'investimento di importanti risorse permette di creare soluzioni sostenibili e prodotti di qualità per poter offrire una proposta di valore ancora più ampia ai nostri consumatori italiani ed esteri - sottolinea Alessandro Riva, direttore marketing Citterio - La nostra attenzione verso tutto ciò che è innovazione è massima fin dalla nascita dell’azienda, per questo Citterio investe nell’analisi del mercato monitorando i nuovi bisogni del consumatore e nella ricerca di nuove soluzioni tecnologiche, sia di prodotto che di packaging, per garantire sempre referenze sicure con la massima qualità. Innovazione produttiva e sviluppo tecnologico restano dunque un punto strategico per far sì che l’azienda sia uno dei leader nel settore dei salumi pre-affettati".

Il laboratorio, la cui sede è attualmente all’interno del sito produttivo di Santo Stefano Ticino, in provincia di Milano, prevede sia analisi chimiche sia microbiologiche con l’utilizzo dunque delle tecniche più moderne, che affiancate ai metodi classici, permettono un elevato numero di controlli in tempi brevi. Il laboratorio Citterio analizza inoltre circa 2.500 campioni a settimana, effettuando più di 7mila analisi.

Un prodotto che richiama alla naturalità e alla cosiddetta clean label. Nel corso degli anni infatti l’azienda ha scelto di non utilizzare addensanti, glutammato, carragenine e amidi.

La continua evoluzione dell’azienda è proseguita negli anni anche per quanto riguarda il packaging dei prodotti con materiali innovativi e sostenibili, forti di un efficientamento industriale e un controllo costante della qualità. Dal 2011, infatti, l’azienda ha portato avanti un percorso verso la riduzione del 25% della plastica delle vaschette, mentre nel 2015 anche il pack della linea Bio ha avuto una riduzione di oltre il 60% di plastica, grazie a un vassoio riciclabile nella carta. E nel 2022 Citterio ha scelto di diminuire ulteriormente del 20% l’utilizzo di plastica nel packaging della linea Taglio Fresco.

Nell’ambito delle certificazioni, l’impresa annovera la Brc (British Retail Consortium), ovvero uno standard globale specifico per la sicurezza dei prodotti agroalimentari, riconosciuto a livello internazionale dalla Gfsi (Global Food Safety Initiative), che certifica la sicurezza dei prodotti alimentari proposti sul mercato ai consumatori, e la Certificazione Bio che consiste nell’accettare un modello di sviluppo definito dalla Comunità Europea in cui coltivazioni e allevamenti siano un valore da salvaguardare e non da sfruttare.