Nasce il secondo gruppo italiano per fatturato nel segmento della distribuzione di elettronica di consumo e di elettrodomestici? Sembra proprio di sì, almeno secondo quanto riferisce “Il Sole 24 Ore” di ieri.
Insomma dopo tante false partenze, tanti annunci a sorpresa, tante mosse e contromosse si starebbe firmando in questi giorni il matrimonio tra Marcopolo-Expert e Unieuro.
Del resto il 13 settembre, in un’intervista a Reuter’s, Sebastian James, ceo di Dixons Retail aveva affermato ancora una volta che Unieuro è troppo piccola per avere successo da sola nel lungo termine e che “dunque ha bisogno di fare squadra con un altro gruppo”.
E dire che l’ex amministratore delegato Mario Maiocchi – attualmente passato in Mondadori Retail – e la sua squadra si sono impegnati duramente per risanare i conti, riportando l’insegna ai fasti dell’epoca del fondatore Oscar Farinetti. Questi i dati finanziari, sempre secondo “Il Sole”: “Nell'esercizio chiuso ad aprile 2013 il gruppo – si legge - può contare su un cash flow positivo e in miglioramento di oltre 22 milioni rispetto all’anno precedente, una posizione finanziaria netta a 41 milioni (+13 milioni rispetto all’anno precedente) e un Ebitda positivo. Si tratta di ben 56 milioni di margine operativo in più rispetto al 2008”.
Marcopolo, tramite l’attuale socio di maggioranza, il fondo Rhone Capital, dovrebbe entrare con l’80% di quota nella realtà nata dalla fusione. Il tutto porterà alla nascita del secondo maggiore gruppo specializzato nella distribuzione di elettronica, immediatamente alle spalle del colosso Mediaworld-Saturn.
Secondo dal punto di vista delle vendite, ma non della rete. Infatti Unieuro ha 96 negozi diretti, 55 in franchising a marchio Unieuro e altri 24 in franchising a insegna Tech Store. Marcopolo, dal canto suo, ha più di un centinaio di strutture in tutta la Penisola. Dunque la fusione, senza tenere conto di eventuali chiusure dovute a sovrapposizioni dei bacini di utenza, porterebbe a un totale di circa 240 store, contro i 120 targati Mediaworld-Saturn.
Insomma dopo tante false partenze, tanti annunci a sorpresa, tante mosse e contromosse si starebbe firmando in questi giorni il matrimonio tra Marcopolo-Expert e Unieuro.
Del resto il 13 settembre, in un’intervista a Reuter’s, Sebastian James, ceo di Dixons Retail aveva affermato ancora una volta che Unieuro è troppo piccola per avere successo da sola nel lungo termine e che “dunque ha bisogno di fare squadra con un altro gruppo”.
E dire che l’ex amministratore delegato Mario Maiocchi – attualmente passato in Mondadori Retail – e la sua squadra si sono impegnati duramente per risanare i conti, riportando l’insegna ai fasti dell’epoca del fondatore Oscar Farinetti. Questi i dati finanziari, sempre secondo “Il Sole”: “Nell'esercizio chiuso ad aprile 2013 il gruppo – si legge - può contare su un cash flow positivo e in miglioramento di oltre 22 milioni rispetto all’anno precedente, una posizione finanziaria netta a 41 milioni (+13 milioni rispetto all’anno precedente) e un Ebitda positivo. Si tratta di ben 56 milioni di margine operativo in più rispetto al 2008”.
Marcopolo, tramite l’attuale socio di maggioranza, il fondo Rhone Capital, dovrebbe entrare con l’80% di quota nella realtà nata dalla fusione. Il tutto porterà alla nascita del secondo maggiore gruppo specializzato nella distribuzione di elettronica, immediatamente alle spalle del colosso Mediaworld-Saturn.
Secondo dal punto di vista delle vendite, ma non della rete. Infatti Unieuro ha 96 negozi diretti, 55 in franchising a marchio Unieuro e altri 24 in franchising a insegna Tech Store. Marcopolo, dal canto suo, ha più di un centinaio di strutture in tutta la Penisola. Dunque la fusione, senza tenere conto di eventuali chiusure dovute a sovrapposizioni dei bacini di utenza, porterebbe a un totale di circa 240 store, contro i 120 targati Mediaworld-Saturn.
