Per il 2015 si prevede una produzione di vino rosato in Italia superiore a 2,2 milioni di ettolitri con una crescita del 25% circa nell’ultimo triennio e un valore di mercato di circa un miliardo e mezzo di euro (secondo Assoenologi il valore medio del prodotto a bottiglia è di 3 euro, con punte di 5 euro per i prodotti di fascia alta e anche 10 euro per gli spumanti metodo classico).
Pur non esistendo dati ufficiali sui vini rosati (a livello nazionale e comunitario non esistono statistiche su di essi in quanto rientrano nel più ampio gruppo “vini rossi e rosati”, anche perché ottenuti da una specifica vinificazione delle uve a bacca rossa) le stime confermano che questa specifica tipologia rappresenta il 5% della produzione totale di vino in Italia, con un trend di crescita che si consolida annualmente e sorride soprattutto ai territori che ne producono maggiormente.
Sempre secondo Assoenologi sono Puglia, Abruzzo e Veneto le regioni leader nella produzione di vini rosati, con la Puglia - unica regione ad avere una specifica Docg di vino rosato (Castel del Monte Bombino Nero) - che rappresenta la culla di questo prodotto con la percentuale maggiore di produzione e con la tipologia “rosato” che compare in ben quattordici Denominazioni di origine e in sei Indicazioni geografiche.
Se sulle quantità prodotte di vini rosati italiani esistono solo stime, sulla loro qualità faranno luce con certezza le selezioni del 19 e 20 settembre a Bari per il IV Concorso enologico nazionale dei vini rosati d’Italia, promosso dall’Assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, su autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e realizzato in partenariato con Assoenologi, Accademia italiana della vite e del vino e Unioncamere Puglia. Per le cantine c’è ancora qualche giorno per la consegna dei campioni in quanto il termine è stato prorogato sino al prossimo giovedì 10 settembre.