Nell'incontro che ha visto i rappresentanti della produzione europea di albicocche è emerso un quadro sostanzialmente diverso dal 2017. Dopo gli elevati quantitativi dello scorso anno, pari a 680 mila tonnellate, le stime 2018 riportano una situazione di normalità registrando un -18%, con circa 558 mila tonnellate a livello europeo.
Determinano il calo l'Italia che, dopo il record produttivo del 2017, sembra evidenziare una flessione di oltre il 30%, la Francia che con circa 134 mila tonnellate flette del 14% e la Grecia in diminuzione del 12% con un'offerta stimata sulle 80 mila tonnellate. Unico Paese in controtendenza la Spagna che con poco meno di 143 mila tonnellate segna un nuovo record produttivo registrando un +9% sul 2017.
Laddove le produzioni sono stimate in calo la causa è da ricercare nell'alternanza fisiologica della produzione e nelle gelate che hanno danneggiato diverse aree europee. L'espansione della Spagna è dettata in parte da un andamento favorevole alla coltivazione, nonostante alcuni problemi sul precoce, ma soprattutto all'aumento degli investimenti ad albicocche in particolare nella regione Murcia.
“Nonostante la situazione in Italia e negli altri Paesi non sia ancora molto chiara, a causa di una forte variabilità produttiva, quest'anno l'offerta non risulterà sicuramente eccedente in particolare nel periodo precoce e questo renderà più fluido il mercato - dichiara Elisa Macchi Direttore di CSO Italy - Le minori produzioni italiane accompagnate da un apprezzato rinnovamento varietale ci auguriamo possano ricollocare il mercato su buoni livelli dopo la disastrosa annata 2017. Per il futuro sarà importante monitorare le tendenze espresse dalla Spagna - conclude Elisa Macchi”.