Il mercato dei prodotti per l’infanzia nell’ultimo triennio ha fatto registrare un calo in termini di volumi venduti del 5,7% per quanto riguarda i beni alimentari e del 2,3% per i pannolini.
L’acquirente italiano di cibo per bambini dimostra scarsa fedeltà alla marca: il 78% dichiara di avere cambiato brand almeno una volta, guidato principalmente da motivazioni di prezzo. Il 45% perché attirato dalla presenza di promozioni, il 38% da un costo inferiore, il 24% in seguito a un feedback positivo di amici o familiari (percentuale superiore rispetto a francesi e tedeschi fermi al 15%), l’11% da raccomandazioni di professionisti nell’ambito medico per l’infanzia (spagnoli al 30%, francesi al 22). Non tutti i brand sono però equivalenti: il 65% indica infatti di scegliere in base al prezzo ma solo all’interno di un numero ristretto di brand di fiducia (il 68% quando si tratta di pannolini).
Il 24% dei genitori italiani acquista alimenti per l’infanziaindipendentemente dal prezzo, mentre solo l’11% si fa guidare esclusivamente dalla componente costo (la percentuale scende all’8% quando si tratta di pannolini).
I dati emergono dalla Global Survey “Oh baby! Trends in the baby food and diaper markets around the world” realizzata da Nielsen su un campione di 30.000 individui in 60 Paesi, tra i quali l’Italia.
“Il mercato dei prodotti per bambini – ha dichiarato l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – risulta essere uno dei più competitivi all’interno del mondo della grande distribuzione. E’ infatti caratterizzato dalla presenza di marchi che si contendono una fetta di consumatori che va sempre più diminuendo, per il calo costante delle nascite”.