Il 13 maggio l’Unione Europea ha approvato il regolamento di esecuzione dell’IGP e, da quel momento, in poco più di dieci giorni sono stati prodotti quasi 85 mila chilogrammi di Finocchiona, per una stima sul valore di produzione pari a circa 630 mila euro e oltre 1 milione di euro sul valore alla vendita. Numeri da record che vanno ad aggiungersi al trend positivo anche sul fronte delle adesioni al Consorzio di Tutela, costituitosi nell’aprile scorso e guidato dal direttore Francesco Seghi e dal presidente Fabio Viani.
Ad oggi, le aziende aderenti al Consorzio sono 46, con oltre 65 richieste di iscrizione, e la produzione stimata è di 12mila quintali, pari a 1milione e 200mila chilogrammi di prodotto. Sul fronte economico, si possono fare ad oggi delle stime che si attestano su 9 milioni di euro di valore della produzione e 17 milioni di euro al consumo.
La Finocchiona è uno storico salume toscano e il riconoscimento IGP rappresenta un’opportunità per rafforzare ulteriormente il legame con il territorio di produzione. Al contempo, però, l’obiettivo del Consorzio è quello di aprire le porte di nuovi mercati, per far conoscere quest’eccellenza unica al mondo. La percentuale di export, oggi, è pari al 10 – 15 per cento della vendita, con una stima economica compresa tra 900mila e 1milione e 350mila euro.
I principali paesi importatori sono Germania, Francia, Belgio, Austria, Olanda e Paesi scandinavi. Ci sono alcune vendite extra-UE ad Hong Kong e nel continente australe. Proprio con una delegazione della regione cinese si è svolto, nei giorni scorsi, un incontro che potrebbe essere un primo passo verso un’apertura ai mercati dell’Estremo Oriente.
La sfida verso il mercato mondiale parte dalla Toscana, dove si trovano i 46 stabilimenti di produzione. La provincia di Siena è quella con il maggior numero di aziende, pari a 12, seguita da Firenze (8), Pisa (7), Arezzo (5), Prato (4) e Pistoia (4) per concludere con Grosseto (3), Lucca (2) e Massa Carrara (1).