Continua la corsa dei prodotti del commercio equo certificati Fairtrade, per i quali lo scorso anno gli italiani hanno speso 130 milioni di euro (+16% rispetto al 2016). Il Marchio internazionale di Certificazione è presente su oltre 750 prodotti in più di 5.000 punti vendita.
Tra le referenze che registrano la crescita più significativa rientrano le banane, che raggiungono volumi di vendita pari a 13.600 tonnellate (+11%), il caffè con 810 tonnellate di caffè verde (+10%), il cacao con 1.600 tonnellate di fave di cacao (+100%) e lo zucchero con 3.300 tonnellate (+10%).
Vendite che hanno generato, sotto forma di Premio Fairtrade, un ritorno economico alle comunità di Asia, Africa e America Latina di circa 703.000 euro per le banane, 309.000 euro per il cacao, 334.00 per il caffè e 221.00 per lo zucchero. I consumatori che hanno acquistato questi prodotti hanno sostenuto la crescita e lo sviluppo di queste realtà per una cifra pari a 1 milione e 640 mila euro, se si considerano nel complesso tutte le principali categorie merceologiche.
Una ricerca condotta da Nielsen sottolinea, in particolare, come sempre più italiani dichiarino di acquistare prodotti etici nei negozi alimentari generici: supermercati, ipermercati e discount sono scelti da oltre la metà del campione (51%) a fronte del 36% registrato nel 2014. Rispetto a quattro anni fa, inoltre, i consumatori affermano una maggiore preferenza per le referenze del commercio equo e solidale (si passa dal 23% del 2014 al 29% di quest’anno). Per quello che riguarda Fairtrade, la fonte principale di conoscenza del marchio restano i prodotti, seguiti dalla rete internet. Cresce anche la conoscenza tra i giovani (fascia d’età 25-34), e nel nord-est del Paese, seguito da nord-ovest, centro e sud.
Un trend positivo che spinge Fairtrade a compiere nuovi progetti, come l’introduzione, a livello internazionale, dei “Marchi di Ingrediente Fairtrade”: le aziende partner del circuito, a fronte di un impegno di acquisto di materie prime certificate Fairtrade da utilizzare in prodotti multingrediente, potranno avvalersi dell’utilizzo di Marchi specifici per la tipologia di materia prima acquistata. Il modello è entrato in vigore per tutte le categorie di prodotto tranne caffè e banane. Si tratta di un’occasione per utilizzare un modo diverso di collaborazione con Fairtrade, ampliando le opportunità di mercato per i produttori agricoli del sistema.
“La crescita che continuiamo a riscontrare sia nelle vendite dei prodotti che nella riconoscibilità del Marchio ci indicano che i cittadini sono i nostri migliori alleati per creare un giusto impatto e cambiamento verso la sostenibilità. C’è ancora molto da fare, ma le opportunità non mancano per le aziende che scelgono Fairtrade, in prospettiva di un futuro migliore per tutti”, ha dichiarato Paolo Pastore, direttore operativo di Fairtrade Italia.
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Aggiornato al 16 Settembre 2024 - ore 00:00