di Luca Salomone
Come ogni anno, l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy1 ha reso noto il Tradelab shopping index, indicatore che elabora la graduatoria fra i due principali “contenitori” commerciali delle nostre città: i centri storici e i centri commerciali, entrambi valutati in base alla capacità di attrazione di ciascun punto vendita della moderna distribuzione.
Milano e Roma in testa....come sempre
Per gli agglomerati urbani non si registrano nuovi ingressi nella top ten, dove rimangono in testa due grandi classici: Milano Corso Vittorio Emanuele e Roma Via del Corso-Via Nazionale.
Ma Bologna (zona Indipendenza/Bassi/D'Azeglio) si aggiudica la medaglia di bronzo e fa retrocedere il centro di Torino in quarta posizione.
Nel complesso, tra le prime dieci agglomerazioni urbane, cinque si trovano in città del Nord (Torino, Bologna, Genova e Milano, che fa il bis, piazzando, fra i greatest hits, oltre alla zona Duomo anche quella di Corso Buenos Aires), due del Centro Italia (Firenze e Roma) e tre del Sud (Palermo, Napoli e Bari).
In sostanza c’è un buon equilibrio, che dimostra come, ogni macroarea, sia in grado di non deludere le aspettative dei clienti e dei visitatori. Anche perché, diciamocelo, da noi le città belle e interessanti da ogni punto di vista non mancano di sicuro.
Percassi, Klépierre & Co.
Fra i centri commerciali, il primo per attrattività resta Orio Center di Orio al Serio (BG), che, tra l’altro, ha festeggiato, il 24 novembre, i suoi primi 25 anni.
E’ un trono ben meritato, viste anche le cifre chiave dello shopping center ideato da Antonio Percassi: 105 mila mq, 300 negozi, 14 sale cinema, due food court… E, addirittura, in un’intervista a L'Eco di Bergamo il tycoon lombardo ha fatto balenare un ulteriore ampliamento.
In seconda posizione, per la serie ‘grande è bello’, sale il Campania di Marcianise, di gruppo Klépierre: 95 mila mq e 180 insegne.
Lo shopping center, in due anni, è salito di un paio di posizioni facendo slittare la sorella - maggiore per dimensioni (150 mila mq e 250 tenant) – la Galleria commerciale Porta di Roma, sempre di Klépierre, al terzo posto e il centro Roma Est (del fondo statale di Singapore Gic e gestito da Ece) al quarto scalino, nonostante una potenza di fuoco davvero notevole: 98 mila mq e 220 negozi.
Nella top 10 seguono poi Il Centro di Arese, di gruppo Brunelli, Euroma 2 (Ssc Italia), Le Gru di Grugliasco (Klépierre), Città fiera di Udine (jv fra Gruppo Bardelli e Klépierre), Fiordaliso di Rozzano-Milano (Eurocommercial-Finiper) e Centro Sicilia di Misterbianco (Catania) degli inglesi di Gwm group.
Un solo ingresso nel salotto buono
Da notare che nella top 10, nonostante gli avvicendamenti, c’è un solo nuovo ingresso, rappresentato proprio da Centro Sicilia, che sale di 4 posizioni, anche grazie a un investimento record di 140 milioni di euro stanziati nel 2018.
Quali conclusioni si possono trarre? Gli shopping center che vincono sono, inutile dirlo, quelli più grandi e di tipo prime. E se la dimensione, forse non è il solo parametro da considerare, non si può nemmeno dimenticare che è sinonimo di amplia o amplissima offerta, per lo shopping, la ristorazione e il divertimento.
Non solo: i centri storici che premiano veramente seguono, ceteris paribus, una logica molto simile: si trovano in città belle, importanti, con vie dello shopping forti ed esclusive, piene di negozi diversi, dal lusso fino alla convenienza.
In due parole: l’assortimento paga, eccome, anche perché, inflazione o non inflazione, gli italiani non sono certo disposti ad accontentarsi se non, magari, per la spesa quotidiana. E lo prova anche, se ce ne fosse bisogno, il folgorante successo, durante quest’anno, degli outlet, che vogliono dire grandi marchi distribuiti in complessi di grandi o grandissime metrature.