di Emanuele Scarci

Nel terzo trimestre fa capolino la crescita dei ricavi di Carrefour Italia. Nel terzo quarter la crescita delle vendite a rete costante è stata del +0,8% a 1,073 miliardi. A rete corrente il calo è del 3,5%. Non accadeva da molto tempo, anche se i primi 9 mesi del 2021 si chiudono comunque in profondo rosso: a rete costante, -4,8% delle vendite a 3,23 miliardi di euro e -7,9% a rete corrente. Il peggior risultato di tutta la galassia Carrefour nel mondo.

Tuttavia il dato trimestrale conserva un suo valore, specie se questo fosse l’inizio di un’inversione di tendenza strutturale. Secondo il gruppo francese, la società italiana <>.

Morale più alto

L’inversione di tendenza fa bene al morale del team del ceo Christophe Rabatel che si appresta a un impegnativo braccio di ferro con i sindacati dopo l’ufficializzazione del nuovo piano industriale: sterzata decisa sul franchising con la cessione di 106 pdv (di cui 50 nel 2021 e 25 nel primo trimestre del 2022) con 600 esuberi nella rete e 170 nella sede centrale. Senza però ricorrere, avverte la società, a strumenti traumatici ma a piani volontari di ricollocamenti, incentivi all’esodo e sostegno all’imprenditorialità.

Carrefour Italia controlla 1.450 punti vendita, tra diretti e indiretti, e conta su 16 mila dipendenti. Nel 2020 ha realizzato ricavi per 4,66 miliardi. Secondo Mediobanca, Carrefour Italia è la maglia nera del retail avendo accumulato nel periodo 2015/19 una perdita di 603 milioni. L’inversione di tendenza del terzo trimestre (ma non ancora il turnaround reddituale) dà credibilità a Rabatel, anche nel confronto con il sindacato, ma certo non basta per riconquistare l’utile di bilancio. Ora dovrà convincere il mercato che le cessioni di pezzi di rete e l’obiettivo di diventare il franchisor n.1 sono funzionali al rilancio dell’azienda e non a una exit strategy dall’Italia.