Pane, carne bovina, vino, olio d’oliva, agrumi, primi patti surgelati e salumi Dop sono i prodotti alimentari che hanno segnato i cali più evidenti nei consumi domestici nel corso del 2009.

A sottolinearlo è la Cia, commentando i dati Istat sulle vendite alimentari, diminuite a gennaio scorso dell’1% rispetto a dicembre e del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2009. La crisi economica sta dunque modificando le abitudini a tavola: il consumatore appare cauto e più attento alle promozioni e ai canali più convenienti, come gli hard-discount.

Per il 60% delle famiglie il carrello della spesa è cambiato, ma non si è comunque svuotato: la crisi economica ha piuttosto contribuito a evidenziare dei cambiamenti di natura strutturale, dettati da nuovi stili di vita e di consumo. Si acquistano meno derivati dei cereali (-2%) - e in particolare pane, primi piatti surgelati e biscotti -, mentre continua a crescere la pasta che, nonostante i rincari, mette a segno un buon aumento (tra il 2 e il 2,5 per cento).

Si registrano invece diminuzioni per carne bovina (-2,1%) e avicola (-1,2%), olio di oliva (-3,4%), vini e spumanti (-1,3%). Per il vino sono diminuiti soprattutto gli acquisti di vino da tavola a fronte di una buona domanda per le bottiglie a denominazione. Restano invece invariati gli acquisti domestici di carne suina e salumi senza denominazione (+0,1%) e crescono le vendite di ortaggi (+1,4%), latte e derivati (+1,1%), in particolare formaggi e yogurt. In risalita anche i consumi di frutta (+3,4%) e prodotti ittici (+3,7%).

Secondo la Cia, i comportamenti di acquisto avevano già cominciato a modificarsi negli ultimi anni come risultante di un cambiamento di valori e stile di vita. La congiuntura economica negativa, in alcuni casi, ha solo accelerato questi cambiamenti: si acquista con maggiore consapevolezza e attenzione al prezzo, con l’obiettivo di spendere al meglio le risorse disponibili.