di Emanuele Scarci

Il virus si mangia un pezzo dei consumi, costringe l'industria alimentare ad arretrare ma, paradossalmente, la nostra bilancia agroalimentare rafforza il saldo positivo. Il Centro Studi di Federalimentare stima che nel 2020 la somma dei consumi domestici alimentari e del fuori casa è arrivata a 225 miliardi di euro, -10,1% sui 250,4 miliardi raggiunti nel 2019. Spacchettando il totale, i consumi alimentari delle famiglie hanno raggiunto 170 miliardi, con un aumento del +3% sul 2019. L’aumento è legato all’effetto scorte emerso nei primi mesi della pandemia e allo spostamento dei consumi dal fuori casa all’area domestica. Il fuori casa, per le restrizioni della pandemia, si è invece contratto del 35% a quota 55 miliardi. Nel 2019 il giro d’affari era stimato in 85 miliardi.

Meno produzione più export

Sul fronte della produzione la contrazione è stata del -2,5% e il fatturato del settore è scivolato a 143 miliardi, dopo aver toccato quota 145 miliardi nel 2019. Alla fine la pandemia avrebbe potuto fare danni maggiori, considerando che il Pil è diminuito del -8,9% e l’industria nazionale ha subito un taglio produttivo del -11,4%. L’export dell’industria alimentare ha invece tenuto botta, raggiungendo 36,3 miliardi, +1%. In marcata controtendenza rispetto al -5,4% del commercio internazionale e al -9,8% dell'export totale dell'Italia.

Bilancia in nero

Paradossalmente la pandemia ha rafforzato il timido attivo della nostra bilancia agroalimentare: l'export ha superato l'import dopo un rosso secolare. Precisamente il saldo si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. Ora c'è da sperare che con il rilancio dell’export alimentare atteso nel 2021, si avvii un processo di progressivo consolidamento dell'attivo tricolore.