Per quattro giorni Parma torna a essere la capitale mondiale del food. Dal 5 all’8 maggio, infatti, il capoluogo emiliano ospiterà il Cibus, una delle manifestazioni fieristiche dedicate al settore alimentare che ha riscosso e riscuote maggiore successo a livello internazionale.

Basta qualche cifra per rendersi conto del crescente consenso che questo appuntamento biennale, giunto alla sua quattordicesima edizione, ha raggiunto. Sono infatti ben 2.400 gli espositori presenti quest’anno, provenienti da venti nazioni, che occuperanno i 120mila metri quadri coperti espositivi. Più di 5.000 i prodotti che verranno presentati. All’evento hanno dato per certa la loro partecipazione buyer e responsabili acquisti di catene di 55 paesi esteri, vi saranno 110 delegazioni estere, oltre 600 giornalisti accreditati e si attendono 90mila operatori professionali.

Roberto Ravazzoni, neo amministratore delegato di Fiere Parma, ha dichiarato che il commercio con l’estero e i consumi fuori casa (i due temi su cui è stato incentrato Cibus 2008) sono «gli ambiti in cui il food si sta muovendo meglio»: non è un caso quindi che si sia voluto dedicare maggiore spazio proprio a queste due “tematiche”. Da un lato, per esempio, facendo intervenire come partner protagonista il Cma, l’ente per la promozione dei prodotti agroalimentari tedeschi. Dall’altro collaborando con Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi, attraverso una serie di seminari, convegni, tavole rotonde e presentazioni di ricerche di mercato (tra queste ne spicca una di ACNielsen che fotografa l’evoluzione degli stili alimentari in Italia e nel mondo, il cambiamento dei criteri di scelta del food, il rapporto dei consumatori con i temi della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente quando si parla di prodotti alimentari ecc. «Il Cibus – ha aggiunto Ravazzoni – si configura sempre più come un centro servizi per le aziende del comparto alimentare, più che un semplice spazio espositivo».

Dedicata, nell’intento dichiarato dagli organizzatori, soprattutto alle aziende medio-piccole, questa edizione di Cibus, di fatto, rappresenta un appuntamento fondamentale per creare un contatto diretto tra produttori e distributori, soprattutto esteri, alla luce di un reale e sempre più apprezzato valore dei prodotti alimentari made in Italy e della diffusissima malapianta della contraffazione del food italiano nel mondo. «Un’occasione – ha sottolineato il direttore generale di Federalimentare Daniele Rossi – anche per venire in aiuto a una cronica carenza strutturale del nostro paese a supporto dell’export alimentare, supportando moltissime aziende a cogliere grosse opportunità da un’area che, languendo i consumi interni, rappresenta un vitale polmone di sopravvivenza per tante realtà».