Chi ha assistito agli interventi dei relatori che si sono susseguti nella varie giornate dell’Incontro Nielsen – dal generale Carlo Jean, docente di studi strategici della Luiss Guido Carli, fino a Umberto Galimberti, ordinario di filosofia della storia e psicologia dinamica a Ca’ Foscari, attraverso economisti del calibro di Andrea Boltho, Vincenzo Perrone e Tito Boeri - non ha potuto non farsi prendere, almeno per un momento, dallo sconforto per l’analisi cruda e per certi aspetti spietata che è stata fatta del sistema economico italiano. Un’analisi che lascia intravedere, se non si interverrà in modo forte e deciso, scenari futuri tratteggiati più da ombre che da luci.

Come fare, quindi, per invertire questa tendenza al declino? Diverse le ricette esposte. Tutte accomunate però dalla necessità di dare maggiore spazio ai giovani, alle loro idee di rinnovamento, al loro coraggio di osare e di rischiare. Per Boltho, fellow e tutor in economia al Magdalen College di Oxford, difficilmente in Italia lo stimolo al cambiamento e alle riforme potrà arrivare dall’alto (come è avvenuto ne Regno Unito con la Tatcher) o dalla concertazione tra le parti sociali (come è successo in Olanda e Irlanda, per esempio). Più probabile che si verifichi la situazione tedesca, dove sono state le aziende il vero motore della ripresa.

Diverso il punto di vista di Tito Boeri, ordinario di economia del lavoro alla Bocconi, che ha insistito invece sul ruolo della politica. «L’Italia – ha affermato - non è un paese per giovani, si assiste a un grande altruismo nella sfera privata contrapposto a un accentuato egoismo in quella pubblica, e la famiglia svolge un compito di ammortizzatore sociale che non gli dovrebbe competere. La soluzione, alla luce di tutto questo, dovrebbe basarsi su un mix di interventi: da un’accentuazione del sistema meritocratico sia nella scuola che nell’amministrazione pubblica, a un contratto di lavoro unico per i giovani verso la stabilità, dalla facilitazione del rientro al lavoro dopo la maternità per le donne, a una maggiore trasparenza nelle professioni, fino a un sistema pensionistico basato sui contributi versati.

Vincenzo Perrone, ordinario di organizzazione aziendale alla Bocconi, ha insistito sull’importanza delle alleanze strategiche per migliorare la competitività dell’azienda. Ma gli argomenti trattati nel corso dell’Incontro Nielsen hanno riguardato anche la comunicazione della marca-insegna piuttosto che la responsabilità sociale dell’impresa e il rapporto tra etica e profitto o la presentazione di case history e soluzioni di successo nel retail per una più efficace competitività delle catene distributive o delle industrie di marca. Insomma, come sempre, un appuntamento fondamentale, per i manager della gdo per ascoltare i pareri di tecnici ed esperti che aiutino a comprendere meglio i trend futuri e le migliori soluzioni da adottare per competere con successo.