Era da un po’ che se ne parlava. Ora è ufficiale. Barilla Holding ha venduto GranMilano. L’accordo di cessione del 100% dell’azienda proprietaria dei panettoni Tre Marie e dei gelati Sanson sarà formalizzato entro fine mese. A mangiarsi in un sol boccone marchi tanto prestigiosi, spuntandola sul Gruppo Benenetton (21 Investimenti), è stata Sammontana, terzo competitor del mercato dei gelati, dopo Unilever e Nestlé, che grazie a questa acquisizione intende non solo rafforzare la propria posizione nella sfida ai due colossi multinazionali, ma anche diversificare la propria presenza nel comparto dei prodotti da forno.

L’operazione, costata 190 milioni di euro (110 di valore effettivo e 80 di debiti “ereditati”) ha portato infatti in dote all’azienda della famiglia Bagnoli, oltre a un glorioso marchio dolciario come le Tre Marie e un affermato brand dei gelati come Sanson, la possibilità di “affittare” marchi di grande appeal come Ringo e Togo, che da oggi la società toscana potrà produrre e commercializzare.

Con questa acquisizione Sammontana (250 milioni di fatturato) consolida non poco il suo peso nel panorama delle imprese alimentari. GranMilano sviluppa infatti un fatturato di circa 150 milioni di euro e conta su 700 dipendenti. Nel traghettare l’operazione a buon fine un ruolo centrale è stato svolto da Mediobanca, la quale – si dice – potrebbe anche entrare nell’assetto proprietario di GranMilano con un pacchetto di minoranza (15% circa).

Sempre Mediobanca ha avuto un ruolo chiave nella "assegnazione" di un altrettanto prestigioso marchio storico dell’alimentare italiano: Buitoni (pasta, fette biscottate e sostitutivi del pane).

A conquistare la palma di vincitrice della sfida è stata Tmt (già protagonista dell’acquisizione di Newlat da Parmalat). Tmt ha vinto una gara a cui hanno partecipato anche il Gruppo Colussi (420 milioni di fatturato) e la toscana Fabianelli, specializzata nella produzione pastaria e supportata da una cordata locale. La holding svizzera, di fatto, possiede già dodici aziende in Italia, di cui cinque pastifici (Corticella, Pezzullo, Guacci, Ciccarese e la ex Pasta Combattenti). A giocare a favore della società finanziaria di Lugano i 25 milioni messi sul piatto per acquistare il marchio San Sepolcro e una quarantina per investimenti per ammodernamenti e rilancio aziendale nell’arco di cinque anni. Maestranze e sindacati, tuttavia, sono preoccupati che non siano questi i progetti.

Anche in questo caso, analogamente a quanto avverrà per i marchi Togo e Ringo, l’operazione (il cui importo non è ancora dato sapere) prevede lo sfruttamento del marchio. La proprietà rimarrà sempre nelle mani di Nestlé, che non ha nessuna intenzione di mollare un marchio con 180 anni di storia e che continuerà comunque a gestire direttamente le divisioni di Buitoni fresco e surgelati.