Dalla settimana prossima, infatti, saranno disponibili le prime confezioni di antinfluenale firmate dalla catena leader in Italia (anche nelle private label). Si tratta, a quanto pare, del primo di una serie di prodotti a base di principi attivi liberalizzati con la seconda tornata legislativa firmata Bersani, seguita alla prima e più importante dell’agosto 2006.
La strada verso una liberalizzazione completa, con la vendita di prodotti otc senza obbligo della presenza di un farmacista, o meglio ancora con la presenza del farmacista ma in grado di vendere anche farmaci etici, insomma sembra tracciata. La lobby dei farmacisti (e delle aziende farmaceutiche) è però dura da sconfiggere: ci vorrà del tempo.
Il business dei prodotti otc, del resto, è ricco: 2,2 miliardi di euro secondo le stime di Federfarma. La quota di mercato della gdo per ora conta pochi punti percentuali. Ma bisogna pensare che è solo da un paio d’anni che la liberalizzazione voluta dall’ex ministro Bersani ha permesso agli ipermercati di fare un po’ di concorrenza alle farmacie. I tassi di crescita della categoria in gdo, inoltre, in virtù del forte risparmio che i prodotti senza ricetta venduti in grande distribuzione assicurano ai consumatori, sono elevatissimi.
Mediamente si parla di un 20-30% in meno rispetto ai prezzi applicati in farmacia. Nel caso dell’antinflenzale a marchio messo in vendita tra pochi giorni nei 50 corner salute di Coop (destinati a raggiungere quota 70 entro l’estate) sembra addirittura compreso tra il 40 e il 50%.
Attualmente sono oltre 170 le strutture dedicate alla vendite di farmaci otc negli iper italiani. Ma il numero, secondo le stime più accreditate, è destinato a crescere sensibilmente. Soprattutto ora che Coop ha dato il via alle danze dello sviluppo degli otc a marchio.