di Luca Salomone

Mentre Vinitaly 2024 si avvicina a grandi passi (Verona, 14-17 aprile), Veronafiere presenta un ambizioso piano di sviluppo 2024-2026: il programma, denominato One Veronafiere, prevede, a fine periodo, 5 nuove rassegne, investimenti per più di 30 milioni di euro in infrastrutture, un aumento di 6 punti percentuali del margine lordo da gestione caratteristica (dal 41 al 47%), un fatturato di 151,8 milioni di euro (+40% sul 2023) e un Ebitda di 41 milioni (26,8% rispetto al 16,4% dello scorso anno).

L’obiettivo è di ridefinire le azioni in base alle criticità del contesto geopolitico e potenziare, al tempo stesso, le opportunità di sviluppo sia sul mercato domestico, sia sui mercati esteri, dove la società per azioni scaligera svolge un ruolo di primo piano come piattaforma per le imprese, in particolare quelle piccole e medie.

L’offerta oltre confine sarà potenziata, grazie all’esportazione delle manifestazioni chiave sulle piazze più attrattive e con la presenza di collettive, organizzate direttamente nelle geografie target.

«Il percorso strutturale di internazionalizzazione, intrapreso con Vinitaly, rappresenta il punto di partenza – sottolinea l’amministratore delegato Maurizio Danese –. È un’esperienza virtuosa, avviata anche con Marmomac, e che pensiamo si possa estendere ad altre rassegne di punta, come Fieracavalli, Fieragricola e Progetto fuoco».

Più in dettaglio la rassegna vinicola è oggi presente in Usa e Canada, Cina e Asia in generale, Sudamerica e Serbia, grazie a Vinitaly around the world.

Conclude Danese: «Prerogativa unica dell’azienda è di essere proprietaria del quartiere e di tutte le principali rassegne in portafoglio – ArtVerona, Enolitech, Fieracavalli, Fieragricola, Marmomac, Modelexpo, Oil&Nonoil, Progetto fuoco, Samoter, Sol Vinitaly e altre ancora – di cui è anche organizzatrice diretta, generando da esse più del 90% dei propri ricavi».