Già lanciata ieri dal nostro giornale e da altre testate, la vicenda Lombardini merita un piccolo approfondimento, per quanto possibile.  I fatti sono questi: tutto il canale discount, ossia 300 pdv a insegna LD su cui il gruppo aveva incentrato il proprio ridimensionamento e riposizionamento, è stato a sorpresa ceduto a Lillo (marchio MD) che si attesta al terzo posto in questo segmento, dopo Eurospin (900 pdv) e Lidl Italia (oltre 550 strutture).

Il valore della transazione non è stato reso noto, ma comunque il giro d’affari di LD ammonta a 800 milioni di euro. Il ramo iper, 4 grandi superfici residue a insegna Pellicano, finisce,  come spiega “Il Sole 24 Ore” in casa Coop (Rezzato, nel bresciano, e Mapello nella bergamasca) e Selex (Liscate nel milanese), mentre rimane in forse il destino dell’iper di Treviglio (Bergamo). Si parla di Conad, ma non ci sono certezze.

E’ la seconda operazione di rilievo durante l’anno che interessa il canale, se ricordiamo la vendita di Dico, 342 punti vendita targati  Coop passati a Tuo (Despar),  in cambio di 54 supermercati con insegna Ingrande, Eurospar e Despar, operazione che consentira' alle Coop di accrescere la propria presenza nel Lazio. La notizia già nota da tempo, ha avuto solo di recente il via libera da parte dell’Agcm che ha deciso di non procedere.

Cosa rimane a questo punto di Lombardini holding, composta (le cifre sono tratte dal sito aziendale) da 161 supermercati, 4 iper, 315 discount e 22 cash and carry per un totale di 502 strutture? Molto poco, visto che lo spezzatino di GrosMarket (c&c) era in atto da tempo e per quanto riguarda i super, sempre secondo Il Sole, rimane ormai un residuo di una ventina di negozi da tempo sul mercato, insieme a un piccolo zoccolo di 15 GrosMarket.

Cosa ha portato a un simile ribaltone, che praticamente cancella un gruppo le cui origini risalgono al 1929? Difficile dirlo. Se per i cash and carry è facile intuire l’incidenza negativa della progressiva riduzione degli abituali clienti, piccoli dettaglianti e pubblici esercizi, è più complicato spiegare il motivo della dismissione del canale discount, che oggi in Italia sembra essere l’unico a reggere bene. Quello che c’è di sicuro è il piano di riduzione del personale, culminato in dicembre con la richiesta di 700 procedure di Cig, piano che tuttavia escludeva gli addetti agli stessi discount.