Il guaio è che la bolletta, di solito abbastanza onerosa, viene pagata con il Bancomat e che il Consorzio Bancomat (600 banche, più le Poste) ha deciso, dal 3 gennaio 2014, di prelevare una commissione di 10 centesimi a bolletta. La minitassa non ricade sul consumatore finale, ma su chi eroga il servizio. Però evidentemente, a cascata, fa parte dei mille piccoli costi che ogni giorno vanno sempre più a gravare sulla collettività. Inoltre a essere colpita non è solo la gdo, ma i tabaccai, le ricevitorie Sisal e Lottomattica .

Si dirà che 10 centesimi sono poca cosa, pur di avere un servizio, ma l’Antitrust non la pensa così e ha avviato un’istruttoria, che si concluderà in un anno per “verificare se la commissione di 0,10 centesimi per ogni operazione definita in modo centralizzato dal Consorzio – si legge nella nota ufficiale - riduca gli spazi per la competizione tra banche e altri operatori non bancari attivi nel settore a danno dei consumatori finali”.

“La nuova commissione interbancaria rappresenta il corrispettivo versato tra le banche e gli altri operatori non bancari attivi nei servizi di pagamento all’interno del circuito PagoBancomat: l’acquirer, vale a dire la banca o l’operatore convenzionato con il soggetto creditore (chi emette la bolletta), per ogni operazione effettuata con carta PagoB ancomat paga la commissione all’operatore del circuito che ha emesso la carta (issuer) utilizzata dal debitore. Tale commissione rappresenta dunque un costo per gli acquirer e un incasso per gli issuer. Essendo una commissione uniforme e dunque una soglia di costo minima potrebbe impedire politiche commerciali concorrenziali nell’offerta del servizio nei confronti degli esercenti e dei consumatori finali”.

Il Consorzio, dal canto suo, ha garantito la massima collaborazione con l’Antitrust e ha precisato che “i 10 centesimi richiesti sono comunque inferiori alla commissione applicata in tutti gli esercizi commerciali per l'acquisto di normali beni e servizi, commissione che è stata concordata con l'Antitrust ed è pari a 11 centesimi di euro, più un importo variabile dello 0,154% circa, sul valore della transazione”.