È in partenza la cessione di Grandi stazioni retail che avrebbe affidato un incarico esplorativo a Ubs (Unione banche svizzere). Lo riporta il Corsera indicando, come candidati più probabili, alcuni dei più importanti fondi sovrani mediorientali: Adia (Abu Dabhi investemente authority), Mubadala investement company (Emirati arabi uniti) e Qatar investment authority.

L’azienda, che gestisce le aree commerciali dei 14 maggiori scali ferroviari del nostro Paese è nata nel 2016, dal processo di scissione e vendita della società Grandi Stazioni (Gruppo Ferrovie dello Stato).

Gli azionisti di Gsr, pagata, ai tempi, circa un miliardo di euro (953 milioni) sono il private equity francese Antin infrastructures partners (che detiene il controllo con più del 65% di quota) e, con partecipazioni minoritarie, l’investitore immobiliare lussemburghese Icamap e Gruppo Borletti.

Le cifre chiave del network italiano, vero hub del commercio di transito, sono impressionanti: 750 milioni di visitatori annui, 857 unità commerciali, 211 mila mq di superficie lorda affittabile, oltre 1.900 impianti media.

Nel 2022 Grandi stazioni retail società per azioni di Roma, presentava, secondo Report aziende, un giro d’affari di poco inferiore ai 146 milioni di euro, rispetto ai 102,5 del 2021 e ai 99 del 2020. Sempre per il 2022 i dati camerali evidenziano un utile di oltre 45 milioni. Ma, sempre secondo il quotidiano milanese, il valore complessivo di Gsr, considerando le vendite, balza intorno a un miliardo e mezzo di euro.