di Luca Salomone

Ethos Profumerie, società consortile con 313 punti vendita in Italia e 119 ragioni sociali, ha lanciato una nuova azione di welfare, dopo che nel 2017 aveva assicurato ai dipendenti un giorno di ferie pagato in occasione del compleanno. Ora la novità principale riguarda la settimana lavorativa, che diventerà più corta: il venerdì, infatti, i dipendenti lavoreranno soltanto mezza giornata e in smart working, fino alle 13. In un’ottica di sostenibilità questo assicurerà un calo dei consumi energetici del 20%, considerando anche il mancato uso di carburante da parte dei collaboratori. Inoltre, nella nuova sede di Verona, di mille metri quadrati, c’è anche una palestra per i lavoratori. Ne parliamo con il direttore generale, Mara Zanotto.

Qual è il senso profondo di queste iniziative?

Sono sempre al lavoro sul versante del benessere delle risorse umane, e penso che la retribuzione non sia più il solo elemento per giudicare la bontà o meno di una posizione lavorativa, ma vi rientra, anche e sempre di più, la qualità della vita. Il progetto riguarda il personale di sede, circa 30 persone, anche perché noi siamo un consorzio e per giunta, in questo caso, è previsto il lavoro in remoto, cosa che nei punti vendita non si potrebbe fare. Ciò non esclude che il nostro atteggiamento non persuada qualche altro imprenditore che ne abbia la possibilità ad avere atteggiamenti assimilabili.

Come è stato il vostro 2022?

Come ho annunciato a inizio marzo, durante l’assemblea dei soci, le nostre vendite hanno messo a segno, nel 2022, un +27,9 per cento a rete corrente, rispetto a una media del settore comunque molto alta, ma pur sempre del 19,9 per cento. Anche se l’esercizio verrà presentato ufficialmente nel bilancio, previsto in questo mese di maggio, questi sono i nostri andamenti migliori di sempre, con performance superiori a quelle del 2019 e naturalmente del 2021, quando avevamo un giro d’affari di 144,4 milioni di euro e una variazione positiva di 15 punti percentuali.

Le ragioni di tanto dinamismo?

Sono da ricercare in una concomitanza di fattori: ritorno dei clienti nei negozi al cento per cento e ingresso di nuovi soci. Ma anche un ritorno di parecchia attenzione verso il mercato della bellezza, come concetto che rientra, a pieno titolo, in una filosofia che guarda sempre di più al benessere della persona e alla cura di sé. E in questo concetto la cosmesi, l’igiene, la profumazione hanno un ruolo chiave, esattamente come la scelta di un’alimentazione corretta e sana. Certo la medicina estetica, non invasiva e non particolarmente costosa, oggi largamente diffusa, potrebbe essere considerata un pericoloso concorrente, se non fosse però che un aspetto gradevole deriva spesso dalla sinergia di molte componenti. C’è spazio per tutti.

E in tempi di inflazione?

Senza dubbio la disponibilità economica del consumatore è diminuita, ma questo ci ha permesso di raccogliere quel segmento di clientela che, in precedenza, si rivolgeva sì alle grandi marche, ma per oggetti molto più costosi. Oggi si compra ancora, e molto volentieri, il brand, ma ci si gratifica anche attraverso beni con un prezzo unitario inferiore. Insomma, qui e ora, è meglio un profumo di una borsa in pelle. La centralità dei marchi rimane intatta e, per questo, abbiamo fatto un grandissimo lavoro di scouting, per assicurarci alleanze con altri nomi di prestigio. Abbiamo siglato molte decine di contratti e anche questo ha fatto la differenza, aggiungendo sia marchi indipendenti e nati da poco, sia brand già noti e affermati. L’innovazione continua dell’industria del lusso accessibile, che oggi capta nuove istanze, come la fluidità e la sostenibilità, ci ha aiutato, grazie alla nascita di parecchie linee che hanno molto da dire.

Perché una nuova sede?

Anche per dare un segnale forte agli stakeholder: il nuovo quartier generale è stato acquistato e non affittato. Questa è una dimostrazione di solvibilità, solidità e durata del business. E poi il nostro organico sta continuando a crescere e dunque ci serviva spazio e infine, anche se la vecchia sede era già molto elegante, quella attuale è ancora più rappresentativa, in quanto ha, oltre alla già citata palestra, anche strutture che permettono riunioni di partner esterni, per iniziative di formazione, presentazioni, condivisione dei progetti.

Da non molto avete lanciato la vostra piattaforma online. Cosa può dirci?

Le dico solo che, nel primo anno, le adesioni sono già arrivate a una cinquantina di ragioni sociali. I numeri del business sono ancora piccoli, ma abbiamo già raggiunto il punto di pareggio, quando invece ci aspettavamo questo obiettivo a non meno di 3 anni dal via. La percentuale di fatturato attesa, ribadisco, non è altissima, intorno al milione di euro, che tuttavia è un dato finanziariamente sostenibile e, a mio avviso, elevato per un commercio elettronico nato da poco. Anche i dati del primo trimestre 2023 sono decisamente positivi e sicuramente possiamo reclutare, per l’online, molti altri brand, anche se tanti di loro hanno già i propri canali di vendita digitali, un “territorio” dove vige una politica particolarmente selettiva. Ma stiamo lavorando parecchio anche sul versante della comunicazione. Cito solo l’iniziativa realizzata con Diego Dalla Palma e Carlo Cracco, a Milano, nel suo ristorante in Galleria Vittorio Emanuele. Qui, con il famoso chef, abbiamo presentato una box esclusiva: un cofanetto di cioccolatini a forma di labbra con il claim ‘Da un bacio a chi vuoi tu’ e un rossetto ricaricabile firmato Diego dalla Palma. Uno dei tanti modi per mettere in rilievo le eccellenze italiane e il nostro modo di fare impresa.

Nella vostra offerta rientrano anche le private label, che sono un po’ l’asset del momento, almeno nel mondo del largo consumo…

La nostra prima linea, Aria, per il trattamento del corpo, in realtà è stata lanciata in tempi ‘non sospetti’, ossia nel 2018. Da allora il successo è stato straordinario e si sono aggiunte molte nuove referenze e molte famiglie di prodotto: trattamento mani, antietà, trattamento viso. Oggi il marchio ha toccato, di fatto, la sua estensione massima e, in ottobre, presenteremo un completo restyling, sia in termini di formulazioni che di packaging, sempre più sostenibili. La private label consente, evidentemente, migliori margini, ma anche una migliore gestione dello stock, dei rifornimenti e dei resi che, in questo caso, non hanno costi per i nostri imprenditori.

Lei stessa ci ha detto, ai tempi della pandemia, che il mercato era diventato molto stagionale. E oggi?

Dopo il Covid la stagionalità invernale (Black Friday e Natale), quella primaverile (febbraio) e quella estiva, con solari e altro, sono decisamente diminuite e non c’è più stata una rincorsa all’acquisto nei rari momenti di vendita libera e nelle occasioni di acquisto messe a disposizione dalla vendita a distanza. In sostanza il consumatore non si sente più pressato da un certo bisogno di fare scorta e gli acquisti sono tornati a essere molto più regolari. Ma, per sintetizzare, le dico che, specialmente per noi, novembre è sempre novembre, cioè il momento più faticoso, ma anche più gratificante, in tutti i sensi.

Com’è oggi il cosmetico ideale?

Il prodotto ideale è sempre quello preferito dai clienti. All’inizio della mia, ormai lunga, ahimè, carriera, il grande marchio era sinonimo di qualità assoluta. Il prestigio dei brand esiste sempre, ma le persone sanno bene che anche marchi minori possono offrire forti rassicurazioni in termini di prevenzione delle allergie, intolleranze, rispetto etico e, dunque, senza test sugli animali. E così la lettura delle etichette è diventata abituale ed etichette oneste e comprensibili fanno sempre di più la differenza. Anche perché le allergie e le intolleranze sono fenomeni, purtroppo, in crescita. Lo stesso per il packaging, che deve essere riciclabile, mentre sta emergendo anche il cosmetico bio, che tuttavia è ancora, in massima parte, appannaggio dei negozi specializzati in food e non food sani e naturali. La nostra fortuna è di avere un ricco portafoglio di marchi fashion, quelli che fanno tendenza. E, a rischio di contraddirmi un po’, dico anche che i grandi marchi del beauty sono sempre ultra garantiti, anche perché, al di là di tutto, non possono permettersi cadute.