di Claudia Scorza

Nel 2021 il Salame Felino Igp ha registrato numeri in crescita, sia a volume sia a valore. Secondo i dati forniti da Ecepa - Ente Certificazione Prodotti Agro-alimentari, crescono del 7,9% su base annua i kg di carne fresca suina destinati alla filiera, mentre aumenta del 4,7% il prodotto etichettato, attestandosi sui 3,66 milioni di kg. A valore, la produzione di Salame Felino Igp sfiora i 30 milioni di euro, con un fatturato al consumo di 80 milioni di euro, pari a +6,7% rispetto al 2020.

La grande distribuzione organizzata si conferma il principale canale di commercializzazione, mentre il libero servizio, con il prodotto acquistato intero o in tranci, segna buone performance.

Risulta significativa la crescita del segmento del preaffettato: al 31 dicembre 2021, i kg di Salame Felino Igp destinati all’affettamento sono stati oltre 596.000, con un incremento a volume rispetto al 2020 pari al 4,5%. Si tratta di una tendenza di lungo periodo: il fenomeno ha semplicemente subito un’accelerazione negli ultimi due anni, come conseguenza dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Già nel 2020, infatti, le vendite a volume di Salame Felino Igp preaffettato erano cresciute dell’8,4% rispetto al 2019.

«Quello del preaffettato è un risultato importante, direi quasi sorprendente nella misura», dichiara Umberto Boschi, presidente del Consorzio di Tutela del Salame Felino Igp. «Dobbiamo, infatti, considerare che il 2021 ha visto la ripartenza del canale horeca che per il nostro comparto è importante: questo avrebbe potuto penalizzare le vendite in Gdo, a libero servizio. Così non è stato. Sono convinto che la serie positiva del Salame Felino Igp preaffettato sia destinata a proseguire anche nel prossimo futuro. Per il consumatore, infatti, la vaschetta ha un elevato contenuto di servizio in quanto velocizza le operazioni di acquisto, preserva le qualità organolettiche del nostro prodotto, è garanzia di sicurezza alimentare, evita gli sprechi ed è perfetta per il consumo fuoricasa».

Per quanto riguarda i mercati esteri, sono 177.000 i kg di prodotto etichettato destinati all’export, che rappresenta, quindi, circa il 5% del giro di affari del Salame Felino Igp. Il risultato è stato sicuramente influenzato dall’emergenza sanitaria da Covid-19, che ha complicato gli scambi commerciali tra Paesi. L’area Ue rimane il principale mercato di destinazione, con un’incidenza superiore all’80% delle esportazioni di prodotto.

La criticità maggiore per il comparto è costituita dalla crescita dei costi, come spiega il presidente Boschi: «Questa dinamica è legata a vari fattori. Uno è rappresentato dal mercato dei suini e delle carni nazionali: temiamo rincari significativi, sia perché cresce la domanda sia come riflesso di altri costi, come ad esempio le alte quotazioni dei mangimi. Altri fattori interessano tutto il mondo agroalimentare italiano: aumentano, e in doppia cifra, i costi di filiera, da quelli legati al consumo di energia al packaging, per arrivare ai trasporti. Tutti questi incrementi incidono sulla marginalità delle aziende che producono Salame Felino Igp».

Nel territorio della Food Valley parmense il comparto del Salame Felino Igp raggruppa 14 aziende e dà impiego a circa 500 addetti, tra lavoratori diretti e dell’indotto.