di Emanuele Scarci

Non è finita. Gli effetti della pandemia si faranno sentire anche nei prossimi mesi sulla propensione agli acquisti e nella scelta dei canali non food. Secondo Marco Cuppini, research and communication director di Gs1 Italy, <>.

In generale dal sondaggio dell’Osservatorio non food di Gs1 emerge che e che il 19% del campione dichiara che limiterà gli acquisti di prodotti non alimentari nella seconda parte del 2021, principalmente riducendo gli atti di acquisto. In un caso su tre rinuncerà agli acquisti, rinviandoli al 2022.

I canali di vendita

La pandemia ha dato sprint ai negozi di vicinato e penalizzato i grandi spazi, ma nei prossimi mesi la morsa si allenterà: se un anno fa era circa il 50% dei consumatori ad aver cambiato i canali e i punti vendita dove fare spesa, ora la percentuale è scesa al 30-40%, con punte più alte negli elettrodomestici, nella telefonia/informatica e valori più bassi nell’ottica.

Quanto ai centri commerciali, la crisi non è finita a sentire l’Osservatorio. Il 40% dei visitatori abituali dichiara un possibile calo della frequenza e oltre un terzo è intenzionato a ridurla in modo deciso. Invece un altro 54% dice di non voler cambiare le proprie abitudini nei prossimi mesi e un 6% afferma di volerli visitare più spesso. Le motivazioni? Maggior preferenza per i luoghi all’aperto (46%), timore di dover fare troppe file (33%) e dubbi sulla loro sicurezza sanitaria (27%).

e-commerce su di giri

La pandemia ha accelerato gli acquisti online di non food. E il trend è confermato anche per la seconda parte del 2021: il 40-50% del campione afferma che aumenterà i propri acquisti su internet per quasi tutte le categorie del non food.

Una tendenza forte soprattutto nei settori ormai divenuti appannaggio dell’e-commerce, come libri, giocattoli, elettronica e telefonia/informatica, attrezzature sportive. Dall’onda del digitale si salvano in parte (33% d’intenzione di acquisti) piccoli e grandi elettrodomestici grazie all’assistenza tecnica del venditore sul punto vendita.