di Claudia Scorza

L’Osservatorio Confimprese sui consumi, che analizza i dati di ottobre 2022 sullo stesso mese del 2021 nei settori ristorazione, abbigliamento-accessori e retail non food, mostra che, nonostante il contesto economico e il difficile quadro internazionale, il mercato non si è fermato registrando una leggera crescita del +3,5%, stabilizzandosi per il terzo mese consecutivo intorno ai livelli pre-pandemia (+0,8% ottobre 2022 vs ottobre 2019).

Sul progressivo anno (gennaio 2022 vs ottobre 2022) permane, invece, un gap significativo pari a -6,4% rispetto al 2019 che, in concomitanza con l’incremento del 12% dei costi e di quasi il triplo dei costi energetici, crea forte pressione sulle aziende del comparto.

Nei settori merceologici prosegue il momento positivo della ristorazione che, a parità di perimetro, chiude ottobre a +9,1% rispetto a ottobre 2021 e mostra una dinamica promettente che fa intravedere la possibilità di recuperare il gap rispetto al 2019 attualmente al -4,1% sul progressivo anno. Il tutto va inquadrato nella criticità di un aumento marcato dei costi ancora più impattante in un comparto energivoro come la ristorazione.

Il comparto abbigliamento-accessori, invece, anche in relazione al ritardato arrivo della stagione autunnale, è ancora quello più in sofferenza con -6,3% nel mese e un pesante -15,6% sul progressivo 2019. Nel mese di novembre, con l’atteso arrivo di temperature più consone al periodo e di precipitazioni atmosferiche, si potranno verificare meglio le aspettative sull’andamento complessivo di un anno che, comunque, sarà con il segno rosso. Una boccata d’ossigeno al settore potrebbe arrivare dal “black Friday” in quanto, secondo le previsioni del centro studi Confimprese, 7 famiglie su 10 (68,2%) si orienteranno verso gli acquisti moda. Il retail non food continua il recupero con una chiusura mese a +8,1% e conferma la stabilità sul progressivo anno rispetto ai livelli pre-pandemia pari a +1,1%.

Nei canali di vendita migliora l’andamento delle high street, che mostrano un promettente +9% nel mese e denotano un forte interesse delle catene a rifocalizzarsi sulle vie dello shopping. Nel progressivo anno rimangono, però, negative a -7,2%.

Nelle aree geografiche si riscontrano i differenziali fra macroaree regionali con il Centro, che chiude a +5,9% trainato dalle buone performance del Lazio, seguito dal Nord-ovest con +2,8%, e a poca distanza da Nord-est e Sud a +2,5%. A livello di regioni, il Lazio guida la classifica delle meglio performanti a +10,5% nel mese di ottobre 2022 rispetto a ottobre 2021, mentre la Basilicata risulta la peggiore a -4%. Nelle città di provincia spiccano quelle lombarde, in testa Lecco a +12,4%, seguita da Reggio Emilia a +11,5% e Firenze a +11%. Pesaro-Urbino a -6,2% e Brescia a -5,7%.

«Il mese di ottobre – afferma Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese – chiude ancora in positivo, ma rispetto a settembre rallenta di oltre 6 punti percentuali. Segno che l’instabilità internazionale e l’inflazione ai massimi storici dal 1983 influiscono sulla propensione all’acquisto degli italiani. Inoltre, un divario del 6,4% rispetto ai livelli pre-pandemia evidenzia come i mercati siano volatili e non permettano previsioni ottimistiche per i prossimi mesi. I retailer manifestano preoccupazione e l’ulteriore indebolimento del quadro congiunturale emerso dagli ultimi dati Istat non fa presagire un cambio di rotta nei prossimi trimestri».

Secondo Confimprese, è piuttosto prevedibile che, nei prossimi mesi, gli effetti negativi dell’inflazione sul reddito disponibile e sulla ricchezza liquida spingeranno ad atteggiamenti più prudenti, che porteranno a un ridimensionamento della crescita.