di Claudia Scorza

Secondo i dati diffusi dal Ced del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, le 104.915 unità di dicembre (+21%) portano l’anno 2022 a chiudere con 1.316.702 immatricolazioni di autovetture nuove, pari al -9,7% sul 2021 e una perdita di volumi di circa 141mila pezzi (-4,5% sul 2020 e -31,2% sul 2019).

«Il 2022 non è stato certamente un anno buono per la transizione verso l’elettrico. La quota di mercato di questa alimentazione, che sarebbe dovuta crescere con la spinta degli incentivi statali, ha invece consuntivato una flessione rispetto al 2021, arretrando dal 4,6% al 3,7%, e facendo registrare il peggior andamento tra i più grandi mercati in Europa. I volumi di immatricolato dell’anno sono stati i più bassi degli ultimi 40 anni, anche peggio dell’anno 2020 in cui eravamo nel pieno della pandemia e le reti di vendita subirono la chiusura forzata dell’attività per oltre due mesi. Di questo passo il rinnovo del parco circolante italiano continua a essere molto lento e le previsioni per l’anno appena iniziato, in un contesto economico di forte inflazione, restano ancorate alla prudenza. Inoltre, soprattutto in vista del divieto europeo di vendita dei veicoli endotermici a partire dal 2035, rimangono molto forti i dubbi circa l’opportunità di puntare sul 100% elettrico e sul tema abbiamo accolto con favore le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio dei Ministri per poter rivedere tale impostazione che appare troppo stringente nei tempi ai fini di una transizione ecologica ragionevolmente sostenibile, oltre che dal punto di vista ambientale, anche economico e sociale», dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto.

«Nel 2022, purtroppo, la politica dei contributi alla rottamazione e all’acquisto di veicoli green, decisa ad aprile scorso e modificata nel pieno dell’estate, non si è rilevata efficace considerando che alla fine dell’anno risultano avanzi di risorse superiori a 270 milioni di euro sulle fasce 0-20 e 21-60 g/km di Co2 e oltre 8,5 milioni per i veicoli commerciali N1 e N2, a riprova che qualcosa non ha funzionato nell’impostazione normativa per l’erogazione e rispetto alle effettive necessità del mercato», prosegue De Stefani.

Dal punto di vista dei canali di vendita, nel 2022 la domanda espressa dai privati ha subito una flessione del -15,7% e un ridimensionamento della rappresentatività scesa al 58,9% del totale (dicembre +7,6%, q.d.m. 53,4%); anche le società sui dodici mesi hanno perso il -13,9%, con una quota al 13,5% (a dicembre -7,5% e rappresentatività al 14,2%). Il noleggio, al contrario, è stato l’unico canale che ha tenuto, portando a concludere l’anno in crescita del +9,5% e quota del 27,6% (dicembre +79,7%, quota 32,4%): nello specifico il noleggio a lungo termine ha segnato una performance di crescita annua pari a +20,9%.

Nell’arco dei dodici mesi, flettono tutte le alimentazioni, ad eccezione delle ibride non ricaricabili (+6,7%), che raggiungono il 33,4% di quota e del Gpl (+10,4%, quota a circa il 9%). Al contrario, le vetture elettriche registrano nell’intero 2022 una diminuzione del -26,9%, attestandosi ad una rappresentatività del 3,7% (circa un punto percentuale in meno sul 2021) e le plug-in con un decremento del -5,8% (quota al 5,7%). Nel confronto con il 2021, benzina e diesel perdono rispettivamente il -16,2% e -20,2%, con una rappresentatività del 27,7% e 19,7%. Il metano conclude l’anno a -65,8% e non raggiungendo neanche l’1% del mercato totale.

Negli ultimi tre giorni di dicembre è stato immatricolato il 28,3% del totale mercato, mentre le auto-immatricolazioni di case e concessionari (incluso l’uso noleggio), secondo le elaborazioni sui dati Dataforce, hanno rappresentato circa l’8,9% dei volumi di vendita mensili, in flessione del -17,6% sui volumi dello stesso mese dello scorso anno. Nell’anno, le auto-immatricolazioni hanno inciso per l’8,5% sul totale dell’immatricolato, in calo del -23,1% sul 2021.