Crescono in Italia i consumi di bio anche durante il lockdown (+11%), con una forte accelerazione nel periodo compreso fra il 9 di marzo e Pasqua (+20%) a conferma di un appeal molto forte sul consumatore. Per quanto riguarda le superfici bio, i primi 5 mesi del 2020 evidenziano invece circa 10.000 ettari certificati in più (solo +0,57%). È quanto emerso nel corso degli ultimi convegni sull’agricoltura biologica.

Il biologico ha rappresentato negli ultimi anni un modello valido per rispondere alle attese del consumatore, coniugando sostenibilità ambientale e competitività economica: il settore bio ha trovato infatti un ruolo da protagonista nella strategia From Farm to fork presentata dalla Commissione Europea. La fiducia dei consumatori in questi prodotti è rafforzata dalla presenza di un sistema di certificazione comunitario che disciplina in modo chiaro e comprensibile il metodo di produzione, l’etichettatura e il controllo.

La pandemia Covid-19 ha aumentato la consapevolezza di quanto siano delicate e complesse le interazioni tra attività umane, ambiente e salute. “I requisiti di natura igienico-sanitaria degli alimenti rappresentano ormai dei pre-requisiti minimi necessari ma non più sufficienti: il consumatore di oggi tende ad orientarsi verso modelli di consumo alimentare che privilegiano prodotti ottenuti con metodi che rispettano l’ambiente e tutelano la biodiversità, assicurano un più elevato livello di benessere degli animali, garantiscono un uso consapevole delle risorse. Da questo punto di vista, il trend di crescita del mercato dei prodotti biologici si spiega proprio come la risposta a questa domanda di mercato”, afferma Jacopo Orlando, vice-presidente AssoBio.

Se il consumo di biologico aumenta dell’11%, i terreni a coltivazione biologica, invece, crescono nemmeno dell’1%, con conseguente crescita dell’importazione: stiamo perdendo un’opportunità? “Ecco dunque l’opportunità che stiamo perdendo – afferma Roberto Zanoni, presidente di AssoBio - invece di rispondere alla crescente domanda interna con nuovi terreni coltivati con metodo biologico e nuovi posti di lavoro ci troviamo a dover aumentare l’importazione.” I primi cinque mesi del 2020 evidenziano dati dunque positivi per un settore in salute e con grandi opportunità, alle prese con il problema della burocrazia e la necessità di migliorare la redditività.

Da questo punto di vista AssoBio si attenderebbe una maggiore attenzione al settore da parte del Governo italiano ed una chiara strategia nazionale che privilegi le filiere agroalimentari particolarmente attente al tema della sostenibilità ambientale e sociale. Anche secondo la Commissione Europea, il passaggio a un sistema alimentare sostenibile può apportare benefici ambientali, sanitari e sociali, offrire vantaggi economici e assicurare che la ripresa dalla crisi ci conduca su un percorso sostenibile. Sorprende in questo contesto, che la legge italiana sulla produzione biologica, che potrebbe dare un segnale importante al settore, sia ancora ferma al Senato.

“La nuova legge che riconoscerebbe il ruolo ambientale e sociale dell’agricoltura biologica in Italia è coerente con l’obiettivo strategico della Commissione europea, ovvero fare del settore agroalimentare europeo una eccellenza assoluta anche in termini di sostenibilità socio-ambientale, esprimendo un nuovo riferimento di valore a livello globale. L’auspicio di AssoBio è che l’Italia sappia cogliere questa grande occasione, mettendo a sistema le esperienze che il settore biologico ha maturato negli anni”, conclude Roberto Zanoni.