di Claudia Scorza

Dopo l’annus horribilis rappresentato dal 2020, il 2021 ha mostrato segnali di ripresa per l’economia italiana con effetti positivi anche per il mercato dei soft drinks. Nello specifico, nel 2021 i consumi di bevande analcoliche in Italia sono tornati a crescere, raggiungendo i 28,3 milioni di ettolitri (+8% vs 2020). Sono queste alcune delle evidenze contenute in “I soft drinks in italia: status, nuove sfide & scenari evolutivi per il settore”, nuovo studio realizzato da Nomisma per Assobibe, l’associazione italiana industrie bevande analcoliche.

A trainare la risalita del mercato è stata principalmente la ripresa dell’Horeca (+30% rispetto al 2020), grazie al venir meno delle restrizioni e al ritorno delle occasioni di socialità. Secondo i dati NielsenIQ, nel 2021 sono cresciute anche le vendite di soft drinks in Gdo (+1,7% vs 2020 a volume), in primis per il contributo di bevande piatte, bibite per la mixology e sport/energy drinks. Si sono, invece, ridotte nel complesso le vendite di bevande gassate (-0,8% vs 2020).

Gli aumenti dei costi delle materie prime energetiche e agricole, dei metalli (tra cui l’alluminio), degli input produttivi e dei trasporti, unitamente alle difficoltà di approvvigionamento e ai rallentamenti nella logistica, stanno, però, mettendo a dura prova l’operatività delle imprese italiane, un fenomeno che coinvolge anche le imprese dell’alimentare e delle bevande e i comparti funzionali al settore, come packaging e distribuzione. La crescita dei prezzi di beni e servizi sta impattando anche sulle famiglie italiane: secondo l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma, 4 italiani su 10 sono preoccupati dell’inflazione tra caro bollette/benzina e aumento dei prezzi di alimenti e altri beni. A causa di tale scenario, i primi mesi del 2022 vedono dei segnali di rallentamento per il mercato dei soft drinks in Gdo: nel complesso, i volumi venduti calano del 3,6% nel I trimestre 2020 vs 2021, mentre i valori restano pressoché stazionari in virtù di un incremento dei prezzi medi (fonte: NielsenIQ).

«Sulla base dell’attuale scenario che vede un rallentamento dell’economia, un’inflazione crescente e una frenata dei consumi, per il 2022 si prevede un lieve calo dei consumi di soft drinks (-0,4% vs 2021) e poi una leggera ripresa nel 2023-2024, anche se saremo ancora al di sotto dei livelli pre-Covid. La contrazione nel 2022 è destinata ad accentuarsi se si ipotizza una ripresa dei contagi dopo l’estate e nuove restrizioni per il canale Horeca nel periodo ottobre-dicembre, nel 2022 si potrebbe assistere ad una contrazione del 2,3%», dichiara Emanuele Di Faustino, senior project manager di Nomisma che ha curato lo studio per Assobibe. «Con l’introduzione della Sugar Tax i consumi subiranno una forte flessione vista l’elevata sensibilità dei consumatori italiani al fattore prezzo (soprattutto per i consumi domestici): nel complesso, con la Sugar Tax il mercato nel 2023 si dovrebbe contrarre del 12% rispetto al 2022 e di ben il 17% se lo si confronta con lo scenario pre-pandemico (2019)».