Il 2006 dovrebbe essere un’annata molto importante per il gruppo Pam. Arturo Bastianello, amministratore delegato della catena di supermercati, stima che «i ricavi saliranno del 7% circa, con una buona progressione della redditività». Quanto al passato recente, i dati di preconsuntivo del 2005 indicano ricavi pari a 2,73 miliardi di euro, un margine operativo lordo di 122 milioni e un risultato operativo di 53-54 milioni. Il cash flow è pressoché coincidente con il margine operativo lordo, confermando la formidabile capacità di generare cassa di Pam.

Relativamente alla posizione finanziaria, Bastianello annuncia che «una volta ceduta la proprietà del centro commerciale di Roma Lunghezza avremo un indebitamento pari a zero». E puntualizza poi che la cessione del polo commerciale romano «è già stata definita con Ing».
Numeri che chiamano a un quesito quasi ovvio: le famiglie Bastianello, Dina e Giol fondatrici del gruppo Pam intendono valutare la possibilità di aprire il capitale della holding chiamata Gecos? «Per ora non abbiamo questa necessità - risponde l’amministratore delegato - perché disponiamo di liquidità e, inoltre, perché contiamo anche su partners di primaria importanza interessati a lavorare con noi per l’apertura di nuovi centri commerciali».

Non si tratta di una preclusione, di una avversione all’ingresso di soci di capitale. Tant’è che, riguardo ai destini di Nuance Group, che fa capo al 50% a Gecos e al 50% a Stefanel, Arturo Bastianello osserva che «lazienda è senz’altro quotabile nell’arco di un triennio. Ma potremmo anche valutare, in alternativa alla Borsa, l’ingresso di fondi di investimento in modo da perseguire una politica di espansione, di acquisizioni, di alleanze su scala internazionale con altri operatori del settore aeroportuale. La vicenda dell’intesa fra Autogrill e Aldeasa insegna che gli spazi ci sono. Di sicuro sapremo cogliere le opportunità, perché Nuance ha notevoli potenzialità di sviluppo». Non ne deriva, peraltro, che la partita Nuance sia tutta in discesa, posto che Stefanel e Gecos - dopo avere rilevato due anni fa il maggior retailer aeroportuale mondiale dal fallimento di SwissAir - sono stati chiamati a una radicale opera di ristrutturazione, razionalizzazione dei costi e delle attività. I numeri ne fanno fede, dato che i ricavi del 2005 sono consistiti in 783,6 milioni di franchi svizzeri e il margine operativo lordo in 10,6 milioni. Nell’attesa che maturino condizioni e motivi per operazioni di finanza straordinaria - riguardo a Nuance, secondo insistenti rumors di ambiente finanziario, già nel 2007 potrebbe scattare la quotazione - il gruppo Pam procede nella realizzazione di un piano di sviluppo fondato sull´autofinanziamento. Il piano prevede, per il triennio 2005-2007, investimenti per un miliardo di euro.
Circa metà di tale somma è già impegnata in cantieri attualmente in corso. I programmi prevedono l´apertura di 4 nuovi ipermercati e 2 supermercati quest’anno, mentre nel 2007 gli impermercati a marchio Panorama dovrebbero crescere di 2 unità e i supermercati Pam di ulteriori 4-5 punti vendita.

La rete di hard discount del gruppo, che reca le insegne In’s, dovrebbe essere ampliata di 25-30 unità sia nel 2006 che nel 2007. «Mai nella nostra storia abbiamo avuto una simile impennata di inaugurazioni e, quindi, di incremento potenziale del fatturato» rimarca Bastianello ricordando che gli ipermercati attuali sono 18, i supermercati 105, gli hard discount 240.

Numeri in forte sviluppo, tanto più tenendo conto che dall’anno venturo entreranno nell’area di consolidamento anche gli 80 supermercati a marchio "Dimeglio" e i 45 hard discount "Ildi" di recente acquisiti da Pam in Friuli. Ma ci sono dossier di altre acquisizioni allo studio? L’amministratore delegato risponde che «in Italia è sempre più difficile trovare aziende di qualità, per questo abbiamo elaborato un piano di crescita organico. Se poi incidentalmente dovessero emergere valide opportunità non le mancheremo, disponendo di know-how, di partnership finanziarie e di risorse proprie del tutto adeguate a vestire una parte da protagonista nel processo di concentrazioni che interessa il settore della grande distribuzione italiana».

Un caso esemplare della strategia seguita da Pam consiste nella costruzione del più grande centro commerciale italiano, sviluppato su una superficie di 136mila metri quadrati, alle porte di Roma in località Lunghezza (l’apertura è prevista a settembre). Questa operazione, che vale un investimento complessivo superiore a 300 milioni di euro, si chiuderà fra un anno circa quando Pam perfezionerà la cessione a Ing, mantenendo in affitto il 40% circa delle superfici per ospitarvi 7 ristoranti Brek, il proprio ipermercato, un cinema multisala. Un altro esempio riguarda il centro commerciale di Caselle (Torino), i cui cantieri partiranno nel 2007, con un investimento stimato fra 200 e 250 milioni di euro, in partnership con il fondo portoghese Sonae Immobiliar. «Dopo anni e anni impegnati a preparare lo sviluppo - dice ancora Bastianello - siamo a un giro di boa, perché il gruppo sta per esprimere una fortissima crescita della rete. Ne risentiranno positivamente anche le marginalità, che sono state sinora compresse sia da una difficile congiuntura, sia dal riverbero degli investimenti caricati e non ancora messi a reddito».
In effetti, il margine operativo lordo (Ebitda) e il risultato operativo (Ebit) del 2005 appaiono in linea con l’esercizio precedente, diminuendo quindi la loro incidenza sui ricavi, dato che invece il fatturato è cresciuto del 7% circa. Il top manager erede di una delle famiglie fondatrici del gruppo veneziano conclude sottolineando che «la redditività, se non interverranno perturbazioni sul versante dei consumi, già da quest’anno tornerà a crescere sensibilmente».