di Emanuele Scarci

Bilancio preventivo record per il Parmigiano reggiano. Il budget 2022 ammonta a 56 milioni di euro, contro i 51,8 del 2021 e i 38,4 del 2020. Per quest’anno i soci hanno rinunciato all’aumento del contributo ordinario da 6 euro/forma a 7 euro e hanno approvato un giro di vite della contribuzione aggiuntiva per limitare gli eccessi produttivi. Preoccupa la crescita eccessiva della produzione e le incognite della ripresa pandemica: nel 2021 i volumi sono balzati del 4% sull’anno prima che, a sua volta, aveva registrato un +5% sul 2019. Nell’ultimo decennio la produzione è passata da 3,2 milioni di forme del 2011 ai 3,9 dell’anno scorso. Un balzo del 22%.

Ripartono i prezzi

Sul fronte dei prezzi, nel 2021 la quotazione media del Parmigiano reggiano è stata di 10,25 euro/kg (stagionatura 12 mesi dal produttore, rilevazione Cdc Milano), in crescita del 20% sull’annus horribilis 2020 ma leggermente sotto il 2019. Il valore alla produzione è stato di 1,6 miliardi.

Per il 2022 i buoni propositi dei produttori sono di consolidare, senza ulteriori aumenti, la produzione di fine 2021. Per questo hanno stabilito una riduzione delle riassegnazioni annuali (dal 10% allo 0,5%) e l’aumento degli importi di contribuzione aggiuntiva con importo unico da 18 a 25 euro/quintale e un importo grande splafonatore da 30 a 40 euro/quintale.

Effetto investimenti

“Il biennio 2020-2021 è stato segnato dalla pandemia, ma la filiera ha risposto bene - commenta il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli (nella foto) -. Nel 2020 il mercato ha premiato il Parmigiano reggiano con una crescita importante sia all’estero (+10,7%) che in Italia (+7,9%). Nel 2021 questi risultati importanti sono stati consolidati. Un dato, questo del 2021, forse ancor più rilevante dell’exploit del 2020 dato che in molti prevedevano il ritorno alle condizioni di mercato pre-pandemia. Questo risultato riflette tanto gli effetti delle scelte del passato, quanto l’azione dei nuovi interventi ed investimenti nell’area dello sviluppo della domanda di mercato e del valore del marchio”.