di Emanuele Scarci

Il dolce di Domori: raddoppio dei ricavi nel giro di 3-4 anni, un nuovo stabilimento e in arrivo altri prodotti da distribuire.

Il 2021 è stato un anno migliore delle previsioni. I dati di pre-chiusura indicano un fatturato balzato a 26 milioni di euro, con un incremento del 40% rispetto al 2020 e del 34% sul 2019. I dati sulla redditività saranno diffusi dopo l’approvazione del Cda, ma il neo amministratore delegato Lamberto Vallarino Gancia anticipa che il risultato netto è tornato in nero.

Domori è un produttore di cioccolato super premium: utilizza il cacao Criollo, il più pregiato, coltivato in Sud America. Inoltre distribuisce i brand del Polo del Gusto Illy, di cui fa parte: il the Dammann Frères, la pasticceria inglese Prestat, il Brunello di Montalcino di Mastrojanni e le conserve Agrimontana. Senza contare lo champagne Taittinger.


A secco di Champagne

“Tutti i brand sono cresciuti - sottolinea Vallarino Gancia -. Gestiamo un portafoglio ricco e complesso, ma se fai qualità il consumatore lo nota e ti premia. L’anno scorso sono andati benissimo vino e champagne. Anzi, a un certo punto, non avevamo più Champagne disponibile”.

E il 2022? “E’ iniziato molto bene. Siamo fiduciosi. Ora dovremo distribuire anche i biscotti di Pintaudi, ultima acquisizione del Polo del Gusto. Prevediamo che Domori in 3-4 anni raddoppi il fatturato”.

Tra le priorità di Domori, da sottolineare il consolidamento delle innovazioni di prodotto, l’ulteriore crescita del retail (oggi prevalente con Esselunga e Conad) e la distribuzione del cioccolato Prestat in Italia.

La crescita della società torinese ha però bisogno di più spazio, anche per abbassare i costi operativi. E infatti recentemente Domori ha acquisito il sito piemontese della Streglio per 2 milioni. A Galup è stato rivenduto il marchio Streglio mentre ora si elaborano i progetti per la ristrutturazione del sito di 36mila mq. “Saranno necessari un paio d’anni per poterci insediare” avverte Vallarino Gancia.

Debiti & capitali

Oltre agli spazi a Domori servono capitali freschi per finanziare la crescita. Un anno fa ha emesso un minibond da 5 milioni, beneficiando della garanzia pubblica di Mediocredito Centrale. Nel 2020 il debito netto ammontava a oltre 8 milioni. Gli analisti di ValueTrack stimano che la forbice debito/Margine operativo lordo possa chiudersi nel 2025/26, quando Domori dovrebbe fatturare circa 34,5 milioni.

Ma il presidente del Polo del Gusto, Riccardo Illy, accelera: entro l’estate coopterà un socio finanziario in grado di apportare nuove risorse da investire. Nel mirino un produttore di biscotti di largo consumo e una cantina in Piemonte. In altre parole, nuovi prodotti da distribuire per Domori.