Svicom Società Benefit, proptech company a elevata trazione innovativa che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 14,5 milioni di euro (+25% sul 2021), continua a rafforzare il suo ruolo nel property management, diversificando allo stesso tempo l’offerta nei servizi immobiliari e mantenendo alto il focus sulle consolidate competenze tecniche e gestionali maturate in oltre 25 anni di esperienza. Tra le controllate del Gruppo, Svicom Agency ha da poco comunicato la nomina di Paolo Mutti in qualità di director della divisione high street & stand-alone, con cui abbiamo parlato dell’ingresso della società in un nuovo segmento del mercato retail, delle strategie e dei futuri obiettivi di crescita.

Quanto pesa la divisione high street & stand-alone all’interno del vostro business?

Il nostro ingresso nel mercato high street & stand-alone è recente; quindi, al momento, è difficile dare il peso reale di quest’area. Il nostro obiettivo è di raggiungere almeno il 30% del fatturato di Svicom Agency, grazie a un percorso di crescita che prevediamo graduale e costante. L’obiettivo è ambizioso, ma siamo molto fiduciosi di riuscire a raggiungerlo grazie anche alla nostra forte reputazione in ambito retail real estate.

Quale strategia state portando avanti in quest’area?

Siamo entrati in un segmento dove la concorrenza è forte, con player già consolidati ed è quindi fondamentale per noi riuscire a guadagnare uno spazio di rilievo.

Grazie ai solidi rapporti maturati in questi anni con landlord istituzionali e non, siamo riusciti ad ottenere diversi mandati molto prestigiosi. Inoltre, in Italia sono tantissime le opportunità da poter cogliere, se si considera l’elevato appeal commerciale di cui godono i centri storici di tutte le nostre principali città. Ovviamente, ci muoviamo diversamente e spesso in maniera mirata per ogni contesto, tenendo presente le peculiarità di ogni città per individuare il giusto brand per ogni location.

Che tipo di approccio hanno i brand sul territorio e come li supportate?

Vogliamo cercare di proporci sul mercato come consulenti a 360 gradi, quindi non soltanto andando a cercare delle opportunità che provengono dai landlord, ma considerando anche le richieste specifiche dei tenant. Per questo abbiamo fin da subito voluto orientarci su tutto il territorio nazionale, considerate le esigenze dei tanti brand che ci chiedono di essere presenti anche in città cosiddette di seconda fascia. Tra le realtà che attualmente si stanno approcciando sempre di più ai centri storici, stiamo lavorando molto con i player della ristorazione. Mentre con i nuovi brand, che si avvicinano al mercato italiano alla ricerca di soluzioni ottimali ma che spesso non sanno ancora bene come muoversi, ci proponiamo anche come tenant representation.

Com’è cambiato l’high street dopo la pandemia?

Il vero cambiamento è partito dai consumatori, che hanno modificato le proprie abitudini d’acquisto. Subito dopo la pandemia, infatti, abbiamo registrato una fortissima ripresa dei centri storici e dei retail park, dove probabilmente lo shopper si sentiva più sicuro rispetto ai luoghi al chiuso. Ma in questo contesto, e complice l’aumento dello smartworking, hanno acquisito rilevanza anche opportunità commerciali su vie secondarie, soprattutto di alcuni quartieri di grandi città, ravvivate da supermercati di prossimità e ristorazione, che hanno iniziato ad aprire in zone prima non considerate rilevanti. Inoltre, il ritorno di un turismo in Italia verso location anche diverse dalle mete classiche ha portato a una maggiore attenzione da parte dei brand a nuove aree turistiche, come quelle vicino ai principali laghi del Nord Italia.

L’attuale situazione internazionale (guerra, inflazione...) sta impattando? In che modo?

Il contesto macroeconomico sta sicuramente impattando sul mercato, soprattutto per quanto riguarda il rallentamento delle operazioni, legato alla difficoltà nel reperire le materie prime per prodotti e allestimenti nelle tempistiche prefissate e al diffuso clima di incertezza. Lo scenario descritto, però, sottende anche delle opportunità, in quanto ci sono delle realtà che prima si orientavano maggiormente nella loro espansione nei mercati dell’Est Europa e che ora stanno approcciando il Sud Europa, Italia compresa.

Quali sono le sfide del futuro?

Stiamo sicuramente puntando ad affermarci come player di rilievo anche nel mercato high street e stand-alone. In particolare, lo stand-alone è un asset class che ha avuto uno sviluppo importante nel post pandemia e lascia spazio ancora oggi a numerose opportunità, grazie alla vicinanza a supermercati o anche a piccoli retail park, che si formano in maniera spontanea su strade a elevata frequenza veicolare. Il nostro obiettivo, quindi, è crescere il più possibile nell’ambito degli asset retail, offrendo una consulenza tailor-made altamente specializzata tanto ai landlord quanto ai retailer, riuscendo ad affiancarli nelle attività di asset & retail management.