Si è tenuta dal 9 al 12 settembre scorsi la seconda edizione di “Roma Baccalà”, la manifestazione dedicata al baccalà e allo stoccafisso, che ha visto la partecipazione del Norwegian Seafood Council ossia l’ente che collabora in prima linea con le industrie norvegesi attive nella pesca e nell’acquacoltura.
Nel corso della kermesse è emerso quanto il prodotto sia oramai divenuto
uno degli ingredienti principali delle tavole degli italiani, soprattutto per
le sue proprietà nutritive: nel corso del processo produttivo, il sale estrae
l’acqua e satura il contenuto liquido rimasto nel pesce, avviando la
maturazione che può durare anche per diversi mesi. Il pesce può considerarsi
baccalà quando il suo contenuto d’acqua scende sotto il 48%.
La particolare consistenza e il gusto intenso di questo prodotto dipendono
dal perfetto connubio tra l’alta qualità del merluzzo proveniente
dalle fredde acque del mare di Barents e delle tecniche di lavorazione
derivanti da secoli di tradizione.
La rimozione dell’acqua, inoltre, rende i contenuti nutrizionali del
baccalà ancora più concentrati rispetto a quelli presenti nel normale pesce
fresco: il prodotto, infatti, è particolarmente ricco di proteine ad alto
valore biologico, vitamine A e D, vitamine del gruppo B e minerali come
potassio, fosforo, iodio e ferro, ideali per le diete ipocaloriche.
Le carni del baccalà, infine, sono prive di allergeni e, grazie all’elevato
contenuto di omega-3, contribuiscono a ridurre il rischio di insorgenza di
malattie cardiovascolari.
Il merluzzo norvegese è prodotto in ottica sostenibile e il baccalà è realizzato con risorse 100% naturali e una politica produttiva che adotta un sistema zero scarti: ciò implica che le parti del pesce non utilizzate vengano poi impiegate nella realizzazione di snack e altri prodotti alimentari.