Cinque mesi di ribassi per i centri commerciali italiani: a spiegarlo è l’Osservatorio del Cncc, reso noto il 29 giugno, e relativo, appunto, al periodo compreso fra il 1° gennaio e il 31 maggio 2021. L’analisi ha riguardato un campione di oltre 10.000 negozi presenti in 300 shopping center, rappresentativi di tutto il territorio nazionale.

I dati, confrontati con lo stesso periodo non del 2020, già intaccato fortemente dalla pandemia, ma del 2019, ultimo anno di normalità, quantificano il ripiegamento delle vendite nel 35,9%, a esclusione dei negozi alimentari, cioè, fondamentalmente, supermercati o ipermercati.

Il trend conferma la situazione complessa di questa industria a causa del pesante impatto delle limitazioni per contrastare il Covid. L’elettronica di consumo è la sola categoria che ha segnato perdite meno marcate, ma in ogni caso del 15,2%, seguita dai beni per la casa (-20,4%), da cultura e tempo libero (-32,9%), cura della persona e salute (-33,8%), servizi (-34,3%), abbigliamento (-41,4%), fino alla peggiore performance, quella della ristorazione (-61,1%).

“Nel complesso – commenta il Cncc - si tratta di dati prevedibili che la nostra associazione interpreta, da un lato, come una testimonianza concreta della tenuta del format, dall’altro come la conferma dei rilevanti effetti negativi subiti dal settore a causa della pandemia e delle pesanti perdite registrate, che devono essere coperte dagli operatori in un contesto socio-economico ancora non del tutto in fase di ripresa”.

In miglioramento i dati di maggio, grazie alla riapertura 7 giorni su 7 (partita sabato 22).

Scendendo più nel dettaglio, per quanto riguarda il quinto mese, il dato del fatturato 2021 è ovviamente negativo su maggio 2019, registrando però una perdita che si ferma a un -11,5% per il totale delle gallerie. Da ribadire, però, che maggio 2019, ha beneficiato di tutti i quattro week end e che i sabati e la domeniche totalizzano circa il 40% del fatturato della settimana.

Altro aspetto interessante riguarda lo scarto tra affluenze (-25%) e fatturato, che presenta una differenza di ben 13 punti percentuali: si tratta di una conferma della tendenza a una fruizione mirata dei centri commerciali e all’incremento della propensione d’acquisto da parte della clientela, che era stata già registrata lo scorso anno, alla riapertura post primo lockdown, in particolare nei mesi di settembre e ottobre.

Il calo, infine, continua a essere fortemente influenzato dalla ristorazione (-49,9%), che nel mese in esame ha potuto operare solo con l’asporto e il consumo all’aperto, mentre la categoria abbigliamento ha iniziato a mostrare segni di ripresa (-3,6%) segnando il miglior risultato post-Covid in un periodo non caratterizzato da saldi.