di Luca Salomone

Come affrontare i prevedibili rincari nel carrello, dovuti all’aumento delle materie prime, dei carburanti e, quindi della logistica, pesantemente aggravati, non si sa fino a quando, dalla crisi russo-ucraina? Secondo l’Osservatorio packaging del largo consumo di Nomisma, fra le possibili ricette c’è l’innalzamento green della coppia prodotto-imballaggio, una via che, portando valore, può incoraggiare gli acquisti e, forse, giustificare anche un sovraprezzo.

Rincari molto prevedibili

Ci saranno davvero aumenti a raffica? Senza dubbio. “Le nostre imprese – scrive Nomisma - stanno pensando a strategie per superare le nuove difficoltà imposte dallo scenario conflittuale e dai contraccolpi sull’intero sistema dell’industria e dei servizi. La revisione dei prezzi di vendita è la prima via d’uscita indicata dall’87% dei soggetti economici. Uno su due sta poi valutando nuovi mercati di approvvigionamento così da oltrepassare le criticità attuali».

Da qui al 2023, inoltre, un operatore su quattro, si dice intenzionato ad effettuare eco investimenti, scelta tanto più saggia in quanto può generare vantaggi in termini di fatturato, occupazione ed export, come testimoniano le performance, decisamente migliori, delle aziende che si sono già mosse in direzione green.

E intanto, anche se la Gdo sta contenendo, in una certa misura, il trasferimento degli aumentati costi di produzione e trasporto, gli italiani hanno già ben chiare le proprie strategie di risparmio.

Per il 45% la soluzione sarà di concentrare gli acquisti su soli prodotti e servizi indispensabili, effettuando una selezione oculata di tutto ciò che non è indispensabile (è il cosiddetto ‘decuttering’).

Un altro quinto delle persone prevede di ridurre le quantità senza però rinunciare alla qualità dei prodotti e dei servizi. L’11%, poi, dovrà operare un “doppio taglio” nel carrello, sia in termini di quantità minori, sia dal punto di vista del rapporto qualità/prezzo.

Sforzo con premio

Alle imprese spetta un esercizio difficile: investire su tecnologie e processi green, ma senza scaricare a valle i costi della sostenibilità di prodotti e imballaggi. Il premio ci sarà e, probabilmente c'è già, visto che oggi il 59% della popolazione presta molta più attenzione ai temi green rispetto al 2019.

Ma cosa significa la sostenibilità per gli italiani? Il tema si gioca su due fronti, quello, per così dire, morale-genitoriale e quello delle decisioni di acquisto.

Soprattutto i nostri connazionali ritengono che si debbano fare scelte di responsabilità verso le generazioni future (43%), che contrastino gli sprechi e portino un vantaggio economico (30%).

L’89% adotta, ormai quotidianamente, scelte razionali come il contenimento dei consumi idrici ed energetici e per l’84% della popolazione la sostenibilità comincia nel carrello della spesa.

Dal prodotto al packaging

Acquistare un prodotto sostenibile vuol dire focalizzarsi su un bene realizzato tramite un utilizzo parsimonioso delle risorse, con un basso impatto ambientale, che riduca e minimizzi cioè le emissioni di CO2 (70%) e vari tipi di sprechi (di acqua, 65 per cento, e di energia, 63 per cento).

La sostenibilità alimentare dipende, naturalmente, anche dal packaging, che contribuisce a definire un prodotto come eco attento quando la confezione è riciclabile (62%), realizzata con materiali idonei (59%), senza eccessi da overpackaging (46%), libero dalla plastica (41%) e, per la formulazione del contenuto, anche biologico (57%).

“Le caratteristiche di sostenibilità – conclude Nomisma - rappresentano un buon motivo per scegliere un prodotto alimentare al posto di un altro. Il 34% degli italiani indica la sostenibilità ambientale tra i principali driver che condizionano le decisioni di acquisto e il 28% decide anche in base agli imballaggi”.

E oltre a questo? Oltre a questo, i nostri connazionali chiedono la presenza di offerte e promozioni (38%) e l’italianità delle materie prime (40%), ma, appunto, il 70% di loro, nel 2021, ha acquistato da aziende attive sul piano ambientale.

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