Buone notizie per il vino italiano: secondo le previsioni vendemmiali dell’Osservatorio di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini la siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromesso il vigneto Italia, che promette uve di qualità dal buono all’ottimo, con una quantità in linea con la media delle ultime annate.

Produzione molto stabile

A garantire la tenuta del prodotto finale, oltre alle piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più refrattaria alle avversità climatiche e metereologiche. La produzione 2022 dovrebbe attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità dello scorso anno (50,23) e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021.

E dire che, con un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio, rispetto alla media degli ultimi 30 anni, il 2022 si è distinto come l’anno più siccitoso dal 1800 ad oggi.

Secondo le stime produttive rilevate dal segretario generale dell’associazione degli imprenditori europei Ceev, Ignacio Sánchez Recarte, nel Vecchio Continente si registra un’alta variabilità delle produzioni dovuta al clima. Nel complesso, però, anche il vigneto Europa ha tenuto, con una crescita della Francia sulla media del quinquennio (+3,5%, a 44 mln di hl), mentre scala la Spagna, dove è prevista una contrazione sul periodo del 16 per cento. Stabili i livelli produttivi in Germania e Portogallo.

Le Regioni leader

In Italia rimane costante anche la classifica delle Regioni, capeggiata dal Veneto che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre 1/5 del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con, rispettivamente, 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, per un prodotto complessivo delle tre aree pari al 59% del totale nazionale.

Nel Nord Ovest, tuttavia, si assiste all’importante flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (-9%) e della Liguria (-5%), mentre si stima in crescita la Valle d’Aosta (+10%). A Nord-Est segnalate in recupero rispetto allo scorso anno sia Trentino-Alto Adige (+10%) che Emilia-Romagna (+4%) mentre perdite di lieve entità potrebbero esserci in Veneto (-3%), con il Friuli-Venezia Giulia sostanzialmente stabile. Meno variabile la situazione al Centro, dove si assiste al deciso rialzo dei volumi per Umbria (+10%) e Toscana (+12%), seguito da un più moderato aumento nelle Marche e nel Lazio (entrambe a +5%). Al Sud il lieve incremento della Puglia (+3%) si contrappone alla leggera flessione della Sicilia (-5%); si prevede una produzione stabile per l’Abruzzo, il Molise e la Calabria. In crescita anche Campania (+4%), Sardegna (+15%) e Basilicata (10%).

Per quanto riguarda la qualità, in linea generale si aspettano vini eccellenti in Trentino-Alto Adige e Sicilia, mentre puntano l’asticella sull’“ottimo” Piemonte, Val d’Aosta, Friuli-Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna, con Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute su previsioni “buone/ottime”. “Buone” invece le attese per le etichette lombarde e venete.