Carrefour-Auchan: questo matrimonio non s’ha da fare. Secondo gli ambienti finanziari Auchan Retail, che fa capo all’impero della famiglia Mulliez – Décathlon, Leroy Merlin, Bricocenter, Bricoman, Zodio, Kiabi, Pimkie e tanti altri– avrebbe offerto al concorrente 21,50 euro per azione, per un valore totale di 16,8 miliardi di euro, di cui il 70% da versare in contanti e un restante 30% sotto forma di azioni della nuova entità derivante dalla fusione.

Le trattative, partite in primavera e svolte quasi in sordina – salvo un eccezionale scoop, in settembre, del quotidiano ‘Le Monde’ - sarebbero naufragate sia per la complessità dell’operazione, sia, soprattutto per l’opposizione della famiglia Moulin, fra i principali azionisti di Carrefour, con una quota del 12% circa, nonché proprietaria di Galeries Lafayette.

La fusione avrebbe dato vita, Antitrust permettendo, a una conglomerata con più di mezzo milione di addetti e oltre 100 miliardi di fatturato: circa 71 realizzati da Carrefour e 31,6 da Auchan Retail.

Non è la prima volta che si parla di acquisizione per il gruppo presieduto da Alexandre Bompard, peraltro da sempre favorevole al consolidamento distributivo.

In gennaio il big canadese Couche Tard aveva lanciato un’offerta di acquisto amichevole per aggiudicarsi il controllo di Carrefour, operazione prematuramente abortita a causa dell’opposizione dell’Esecutivo francese. La proposta nordamericana valorizzava Carrefour a 16,1 miliardi di euro, una cifra quasi identica a quella ventilata da Auchan.