di Emanuele Scarci

A novembre i prezzi del Grana padano interrompono una discesa di 8 mesi mentre la produzione è ritornata in equilibrio, almeno fino a ottobre 2021. Con questo scenario l’assemblea dei soci del Consorzio del Grana padano ha approvato il Piano produttivo 2022-2024 e il piano marketing.

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Tra le novità, è stato affidato ai consulenti di Kpmg il compito di riposizionare il Grana padano e rivedere le metodologie di investimento promozionale. “La cifra a disposizione per le attività di comunicazione sarà imponente, oltre che la più alta nella storia del Consorzio Grana Padano – ha sottolineato Berni -. Ipotizziamo circa 38 milioni di euro, da ripartire equamente tra Italia ed estero>>.

Traino export

Chiusa la parentesi del 2020 con lo choc del -15% del prezzo medio del Grana padano (6,65 euro/kg stagionatura 9 mesi dal produttore, fonte Cdc di Milano) e del +1,8% a 5,25 milioni di forme della produzione, nel 2021 i prezzi sono rimasti sulle montagne russe: a inizio anno hanno ripreso fiato, da aprile però è ripresa la discesa ma a novembre le quotazioni si sono stabilizzati: 7,03 euro/kg, +0,07% (fonte: Cdc di Milano) sul mese precedente. Rispetto al 2020 la ripresa è netta ma sul 2019 i prezzi medi dei primi 11 mesi del 2021 rimangono sotto di circa il 9%.

Quest’anno, scrive il Consorzio, la ripartenza della ristorazione ha indotto un calo degli acquisti nel canale retail (-1,4% nei primi 9 mesi del 2021) in Italia e un recupero del +9,1% dell’Horeca.

Nel complesso, da gennaio a ottobre 2021, i consumi di Grana padano hanno fatto registrare un +1,4% grazie soprattutto al traino dell’export: +5,8% nei primi 8 mesi. Con la Germania che assorbe il 26,5% del totale esportato e che cresce di oltre il 3%. Nel 2020 i mercati esteri hanno assorbito 2,11 milioni di forme, il 40% dell’intera produzione.