Il 2021 si è concluso per Essse Caffè con la collaborazione al Banco di Solidarietà di Bologna, cui ha donato caffè macinato e prodotti complementari, in modo da offrire un Natale più confortevole alle persone in situazione di necessità.

Novembre ha poi visto al centro “Un caffè sospeso per la ricerca”, con il coinvolgimento di bar e locali in Emilia Romagna, Triveneto, Lombardia, Toscana, Piemonte e Marche all'interno del più ampio progetto “Pink is good” di Fondazione Umberto Veronesi, di cui Essse Caffè è partner. A fronte di una donazione dell'equivalente di un caffè, il cliente ha ricevuto un gettone utilizzabile per i carrelli spesa dei supermercati, brandizzato per l'iniziativa; l'importo raccolto è stato di circa 25.000 euro, interamente devoluto alla Fondazione Umberto Veronesi per finanziare i migliori ricercatori impegnati nella lotta contro i tumori tipicamente femminili, ossia del seno, dell'utero e dell'ovaio. Un risultato importante, raggiunto grazie all'impegno di tutta l’organizzazione, in particolare della rete commerciale e dei suoi clienti: sono stati molti i bar e locali che hanno aderito all'iniziativa.

Insomma, per Essse Caffè al centro ci sono sempre le persone: si tratta di un valore condiviso dalla proprietà – la famiglia Segafredo – ma anche da tutta l'azienda. I dipendenti dell'azienda hanno infatti rinunciato al tradizionale regalo di Natale devolvendo la corrispondente somma a iniziative benefiche e solidali. Nello specifico, alla campagna “A testa alta” di IOR – Istituto Oncologico Romagnolo, volta all'acquisto di caschi refrigeranti Paxman Scalp Cooler, uno strumento importante che permetterà a molte donne sottoposte a chemioterapia di non perdere i capelli durante le cure.

Progetti locali e nazionali ma non solo: una parte della somma donata dai dipendenti è stata devoluta all’Organizzazione di volontariato Centro aiuti per l'Etiopia per il progetto “Emergenza fame”, attraverso il quale l'associazione interviene per fronteggiare il grave problema della crisi alimentare che sta mettendo in ginocchio l’intera Etiopia. Il centro distribuisce in loco decine di migliaia di quintali di generi alimentari (latte in polvere, farina, zucchero, olio) alla popolazione stremata dalla fame.