di Emanuele Scarci

Divorzio in casa Esselunga. L'amministratore delegato Sami Kahale lascia la carica e il presidente e proprietaria (insieme alla madre) Marina Caprotti ne assume la guida operativa, pur non avendo mai esercitato ruoli gestionali. Un fulmine a ciel sereno, forse motivato da divergenze gestionali o dalla cessione del gruppo lombardo.

Una nota diffusa in mattinata riferisce della "risoluzione consensuale del rapporto triennale di collaborazione tra la società e l’ingegnere Sami Kahale". Mentre Marina Caprotti, "già presidente da giugno 2020 con gli stessi poteri dell’ad Kahale, avrà la guida operativa del gruppo".

La figlia di Bernardo Caprotti "ringrazia Kahale per il lavoro svolto" ed è quello che la stessa Marina aveva cooptato 3 anni, escludendo dalla gestione operativa Carlo Salza, fedelissimo del fondatore per molti anni. Kahale ha gestito gli anni difficili dopo la scomparsa di Bernardo Caprotti, continuando lo sviluppo della rete e avviando la rischiosa diversificazione nei negozi di vicinato.

Numeri e cessione

Nel 2020 il gruppo Esselunga ha realizzato ricavi consolidati per 8,4 miliardi di euro, un Mol di 718,2 milioni (8,6% del fatturato), in lieve erosione rispetto al 2019. Il gruppo lombardo si è fatto carico di un fardello di debiti di 1,5 miliardi in più (1,8 in tutto) per rilevare il 30% di Supermarkets Italiani da Violetta e Giuseppe Caprotti.

Da tempo circolano indiscrezioni su un interessamento di Amazon a Esselunga, nel quadro di un'integrazione fisico-digitale, e non è escluso che le dimissioni di Kahale siano legate a una cessione ad Amazon o a qualche fondo di private equity. Lo stesso Bernardo Caprotti, nel suo testamento, aveva raccomandato la vendita all'olandese Ahold.