di Emanuele Scarci

Rincari del grano duro e ripresa dei consumi fuori casa non potevano non avere effetti anche su De Cecco. Inoltre le restrizioni imposte dalla Ue alla Russia potrebbero creare problemi di tipo economico-patrimoniale alla società Extra-M.

L’anno scorso il valore della produzione di De Cecco è stato di 529,3 milioni, in crescita di 30 milioni sull’esercizio precedente, l’Ebitda di 52,2 milioni (60,4 milioni nel 2020) e l’utile d’esercizio di 14,4 milioni (21 milioni). Il calo del margine è stato superiore a quello dei ricavi. Il debito netto della società abruzzese è risalito da 193 a 211 milioni, di cui 80 a breve termine. Lo scorso novembre la Banca europea degli investimenti ha concesso un finanziamento di 10 milioni di euro con scadenza nel 2027.

Italia ed estero

De Cecco, guidata dal presidente Filippo Antonio De Cecco, è attiva prevalentemente nella pasta secca, ma commercializza anche olio, sughi pronti, rossi e sostitutivi del pane. Spacchettando i dati del 2021, la società ha realizzato in Italia vendite a volume in calo del 3,6% mentre i ricavi sono aumentati del 4,6% a 328,5 milioni, sospinti dal rincaro del grano duro e dal ritocco dei prezzi al consumo.
La società è molto concentrata sulla Gdo italiana che veicola l’87% del fatturato con 11 gruppi-clienti. Di questi i primi 5 hanno generato il 95% del fatturato del canale. Nella grande distribuzione, De Cecco a fine 2021 deteneva una quota a valore del 13,5% (-8,7%) e a volume del 10,1% (-9,4%).

Anche all’estero i volumi sono calati del 5,4% e i ricavi del 9,1% a 166 milioni, anche se si sono attestati su valori superiori al 2019. Il primo mercato estero sono gli Stati Uniti con un fatturato di 66,7 milioni e un utile di 1,3 milioni. Il secondo è la Germania con un giro d’affari di 32,4 milioni e un utile di circa 900 mila euro.

Continua a soffrire invece la Russia, dove De Cecco controlla, da oltre 10 anni, la società Extra-M Ojsc: nel 2021 a fronte di ricavi per 26,7 milioni ha perso 1,2 milioni (l’esercizio precedente -1,7 milioni). Peraltro con il conflitto russo-ucraino, la Ue ha imposto restrizioni sull’invio di prodotti finiti dall’Italia verso la partecipata Extra-M, unica società del gruppo abruzzese di diritto russo. Gli amministratori scrivono di non essere in grado di valutare eventuali contraccolpi economico-patrimoniali sulla partecipata nel corso del 2022.

Piano industriale

A parte la battuta d’arresto del 2021, la multinazionale abruzzese ha in corso un ambizioso piano di investimenti che, per il periodo 2021-2025, stanzia investimenti per 70 milioni finalizzati a una crescita del 25% dei volumi (2,5 milioni quintali di pasta a regime) e di circa il 70% (a 500 mila quintali) per olio, sughi pronti, rossi e sostitutivi del pane.

Gli investimenti riguarderanno soprattutto la fabbrica di Ortona (40 milioni), lo stabilimento di Fara San Martino (10 milioni) e un impianto oleario completo in Toscana (20 milioni).