Il sistema agroalimentare ed eno-gastronomico supera la prova Covid: nel 2020, il comparto vale 522 miliardi di euro e rappresenta il 15% del PIL italiano.

Dalla produzione al commercio, passando per l’intero sistema di approvvigionamento: la pandemia ha coinvolto e “sconvolto” il food and beverage in Italia, accelerando fenomeni quali la digitalizzazione del settore e facendo crescere in maniera esponenziale il food delivery, per un giro d’affari nel 2020 di 706 milioni di euro pari al +19% sul 2019. Al tempo stesso, la fame ha subito un’accelerazione nell’ultimo anno: per questo motivo, i Paesi membri dell’Unione Europea si stanno impegnando per raggiungere l’obiettivo “Zero Hunger” (Fame Zero), il secondo obiettivo dell’Agenda 2030, attraverso la trasformazione dei sistemi alimentari.

Ma quali sono i principali trend dell’agroalimentare made in Italy? Un consumatore su due (il 54%) sceglie un’alimentazione più sana nel 2020 rispetto a 10 anni fa, mentre oggi più della metà degli italiani (il 55%) quando sceglie un viaggio ha come principale motivazione l’enogastronomia.

Ecco quanto è emerso oggi dal seminario “Food, Wine & Co. Food Sustainability. Dal marketing al prodotto, ai territori e alle persone d’eccellenza”, l’evento che valorizza le realtà italiane nel settore agroalimentare ed eno-gastronomico, organizzato dal Master in Economia e Management della Comunicazione e dei Media dell’Università di Roma “Tor Vergata”.