La doppia sfida Brexit – Covid-19 non arresta la corsa del Welsh Lamb igp in Italia. La carne ovina gallese, infatti, rinnova la sua presenza sul mercato italiano anche per tutto il 2021: chef, ristoratori e professionisti del settore potranno acquistare l’agnello gallese dai rivenditori del foodservice, mentre i consumatori potranno trovarlo, come d’abitudine, nei banchi di carne fresca della gdo e nelle macellerie.

Apprezzato per la tenerezza e la versatilità dei suoi tagli, l’agnello gallese igp da anni è entrato nelle abitudini d’acquisto degli italiani. A sceglierlo sono sempre più consumatori che prediligono prodotti dalla provenienza garantita, allevati secondo determinati standard di qualità e con apprezzabili caratteristiche organolettiche.

Gli allevatori gallesi sfruttano terreni marginali, ovvero non utilizzabili in altra maniera, per il pascolo del bestiame. Lo fanno con sistemi non intensivi, utilizzando erba e acqua piovana per allevare gli animali, evitando così di contribuire alla deforestazione e all'uso non sostenibile delle risorse idriche. Gli allevamenti gallesi aiutano inoltre a immagazzinare carbonio nei pascoli e mantengono viva la biodiversità.

Sul fronte del servizio, invece, gli operatori del settore potranno sempre contare su un’ampia scelta di tagli sottovuoto o in skinpack e su una shelf life di prodotto più lunga che arriva fino a 33 giorni.

Il Galles è uno dei più grandi produttori di carne di agnello d’Europa, un censimento del 2016 conta quasi 10 milioni di ovini. In tutto il Galles, un territorio di circa 20.000 km quadrati, ci sono circa 14.000 allevamenti, con una media di 700 capi ovini a fattoria.