Wal-Mart manterrà il ritmo di installazione della tecnologia Rfid nei suoi store, nonostante lo scetticismo generale di analisti, retailer e fornitori.

Il colosso statunitense, con l’inglese Tesco e la tedesca Metro, ha avuto un ruolo dominante nella promozione dell’uso mondiale delle tag Rfid, convinta del fatto che le tag (sostituite ai codici a barre) migliorino la gestione dell’assortimento nei negozi.

Negli Stati Uniti Wal-Mart ha usato il primo dispositivo Rfid per i pallets nel 2005 ed entro aprile si aspetta di avere 5 centri distributivi e 1.000 negozi (un quarto circa del totale) equipaggiati con lettori Rfid. Nel 2007 più di 600 fornitori useranno le tag, il doppio rispetto all’anno scorso. Una crescita senza dubbio veloce, ma completamente in linea con i propositi del colosso americano, che non esclude di accelerare ulteriormente il passo.

Dimostrano invece maggiore cautela gli altri retailer. La scorsa estate Tesco ha ritardato il piano di estendere l’installazione di lettori a tutta la rete inglese, preferendo per ora apporre le tag sui carrelli, piuttosto che sui prodotti. I fornitori minori si lamentano degli alti costi di installazione, sebbene il prezzo della seconda generazione di tag sia più basso di 15 centesimi di dollaro.